Le violazioni della libertà d’informazione in Ungheria non rimangano impunite

La fine di fatto di uno degli ultimi giornali indipendenti ungheresi dopo il licenziamento del suo direttore è un ulteriore colpo alla libertà di informazione. L’Ue dovrebbe subordinare gli aiuti a Budapest al suo rispetto.

Roger Casale – ex parlamentare laburista, fondatore di New Europeans – è un amico che abbiamo incontrato per la campagna #ONEurope: same rights, one Republic, impegnato per contrastare l’uscita del Regno unito dall’Unione Europea e costruire insieme quell’Europa fondata sull’equità dei diritti e dei doveri che sognamo.

Insieme a Eszter Nagy, pubblica per Voxeurop un interessante articolo sulla difficile situazione che sta vivendo l’Ungheria di Orban, classificata da Reporter senza frontiere come il secondo peggior stato membro dell’UE per la libertà di’informazione (la Bulgaria è in cima a questa speciale classifica della vergogna). Ma in Ungheria, in Bulgaria o in qualsiasi altro paese dell’Unione europea, la commissione europea non dovrebbe intervenire contro gli abusi della libertà d’informazione?

In secondo luogo, in Ungheria e in altri stati membri, come la Polonia, dove ci sono chiare prove di violazioni della democrazia e dei diritti umani, compreso il mancato rispetto dello stato di diritto, l’Ue dovrebbe introdurre condizioni molto più severe per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi europei?

Quando il giornalismo indipendente sarà privato dell’ossigeno da un governo a cui non piace quello che ha da dire sul suo operato, a chi rimarrà il compito di testimoniare gli abusi del governo?

Tutte queste domande se le pone Roger, nel suo articolo, che vi invitiamo a leggere:

Le violazioni della libertà d’informazione in Ungheria non rimangano impunite