Processo Giovine: consulenti in disaccordo sulle firme

Nuova udienza per il processo a carico di Michele Giovine, ormai entrato nel vivo del dibattimento.

Oggi in aula sono stati sentiti i consulenti delle parti – Pubblica accusa e difesa- che hanno espresso il proprio parere sulle firme di accettazione apposte dai candidati il 25 febbraio 2010.

Il perito nominato dal Pm Patrizia Caputo ha ritenuto palesemente false le firme, mentre quello della difesa ne ha valutate 5 autografe mentre sulle altre non ha potuto esprimere un giudizio per assenza di certezza tecnica.

Il round sulle perizie si è quindi concluso con un pareggio.

Dalle firme al telefono, altro elemento dal quale si sviluppa la tesi accusatoria. Oggi in aula hanno sfilato i testimoni della difesa. Cinque teste e non 100 come inizialmente richieste dai legali del consigliere.  Tutti hanno confermato la difficoltà di Giovine a  portare con sé il telefono cellulare.

Conferme di questo genere sono arrivate dalle dichiarazione di esponenti di vari schieramenti come Domenico Pino, oggi consigliere del Gruppo Misto in Provincia ed ex Pd; Massimiliano Panero, ex portavoce di An in Consiglio Regionale, oggi candidato alle amministrative a Torino; Maurizio Lupi, consigliere regionale dei Verdi Verdi.

La mossa della difesa è stata chiara: smontare l’accusa del Pm. Patrizia Caputo ritiene che la convalida delle firme per la candidatura siano state fatte a Torino –  e non a Gurro,  come sostiene Giovine – per la presenza del telefono cellulare,  il 25 febbraio del 2010, nel capoluogo piemontese.