Ogni individuo è prima di tutto un essere culturale e sociale.
La principale delle modalità attraverso cui tale caratteristica è espressa, è rappresentata dall’atto di mangiare. Il cibo è un elemento culturalmente definito e le religioni giocano da sempre un ruolo fondamentale nella definizione di quanto sia o meno edibile.
Gentile lettore, è d’accordo?
L’equipe di ricerca diretta dalla professoressa MariaChiara Giorda (Università di Torino), in collaborazione con La Fondazione BIT – Benvenuti in Italia (Torino), in Collaborazione con la Fondazione Svizzera Charles Mayer– Foundation pour les progres de l’Homme (Lausanne) e la Fondazione Mensa Civica (Zaragoza) ha da poco portato a termine la prima fase del complesso progetto A table Avec les Religions.
Considerato come l’argomento della mensa scolastica sia sempre più spesso oggetto di dibattito e confronto tra pubbliche Istituzioni (come le scuole, i Comuni, e ogni Organismo Internazionale che si occupa in particolare di sicurezza in fatto di alimentazione), A Table avec les religions si pone l’obiettivo di fornire delle linee guida per migliorare i modelli esistenti di selezione degli alimenti nell’ambito della mensa scolastica.
La modalità attraverso cui tale obiettivo è perseguita risulta però essere assolutamente innovativa.
Come è forse noto, il rapporto tra alimentazione e vivere sociale è un tema ampiamente dibattuto nel contesto istituzionale e imprenditoriale europeo, dove grande attenzione viene riservata alle dinamiche che investono le società a partire, anzitutto, dalle nuove conoscenze in tema di impatto ambientale, di tecniche di produzione e distribuzione dei prodotti con particolare riferimento al contesto pubblico.
Di fatto, il tema della pubblica nutrizione è sempre all’ordine del giorno in ambito di produzione normativa e di attuazione politica tanto nazionale quanto comunitaria.
Generalmente, però, tale concertazione politica riguarda i rapporti che legano in particolar modo alimentazione e politiche ambientali e sanitarie.
Raramente, le agende politiche, nazionali e non, si concentrano sul legame che intercorre tra alimentazione e politiche culturali.
Anche il Codex Alimentarius Europeo, il fondamentale strumento che riguarda le politiche comunitarie relative al cibo e alla nutrizione tralascia gli aspetti culturali ad esso legati.
Eppure, ogni abitudine alimentare è prima di tutto religiosamente e culturalmente costruita. Inoltre, la dimensione che lega cibo, cultura e religione si rivolge direttamente a quelle tematiche concernenti l’inclusione sociale e la tutela delle minoranze culturali, oggi più che mai attuali ed importanti nella scena politica.
A table avec les religions si concentra primariamente sulla derivazione religiosa e culturale del cibo, declinandolo nell’ambito della mensa scolastica.
Infatti, la scuola è, forse, l’ambito in cui più che altrove è possibile sperimentare l’importanza che la cultura dell’accoglienza e dell’inclusione ricopre in materia di coesione sociale nelle nuove società globalizzate e pluraliste.
Cosciente di come ogni Istituzione Educativa abbia il fondamentale ruolo di prevenire l’ annullamento delle differenze esistenti tra gli alunni, l’equipe di ricerca si è posta l’obiettivo di trasformare tali differenze in risorse educative e culturali per l’intera popolazione studentesca.
A table avec les religions intende così implementare la produzione di azioni dirette tanto in ambito comunitario quanto nazionale, che abbiano conseguenze sulle good practices locali, pubbliche oppure private.
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[Elena Messina].