Caso Smat, intervista a Diego Sarno

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Aveva le quote, ma non i numeri. La sindaca Chiara Appendino, ieri in assemblea Smat, avrebbe voluto far passare una proposta per risolvere i problemi di Bilancio della Città di Torino.

Ma l’operazione non le è riuscita, incassando sì l’appoggio dei comuni che detengono la maggioranza di quote della municipalizzata che gestisce l’erogazione del servizio idrico di Torino e dell’area metropolitana torinese.

Per ricostruire quanto è accaduto ieri abbiamo posto alcune domande a Diego Sarno, assessore a Nichelino e fondatore di Benvenuti in  Italia, presente ieri all’assemblea.

Ieri l’esito dell’Assemblea di Smat si è guadagnato ampio spazio nei principali giornali torinesi.
Che cosa si decideva ieri?

Si decideva la divisione del 20 per cento degli utili di riserva delle azionidi Smat, quindi non la ridistribuzione dell’ordinario 80%, ma anche del fondo di riserva.

 

La sindaca ha abbandonato l’aula prima della fine della discussione, come fosse certa di avere i numeri per portare a casa la proposta. Da cosa derivava questa sicurezza?

Dopo la prima assemblea di due settimane fa la Sindaca ha chiamato alcuni grandi Comuni per provare a trovare un accordo. Fatto che è stato reso pubblico, per esempio, dal Sindaco di Rivoli che, convocato alla riunione, non ha potuto presenziare per altri impegni istituzionali. 

Questa riunione serviva a trovare un accordo tra alcuni comuni di grosse dimensioni che, sia dal punto di vista delle quote che da quello del peso politico, assicuravano una buona riuscita all’operazione.

Caso strano è che questi Comuni, come la stessa Città di Torino, si sono dichiarati contrari alla proposta presentata ieri solo due settimane fa, quando la delibera è stata presentata e poi ritirata. 

Si parla di una sconfitta politica di Chiara Appendino. Oltre al dato politico, appunto, credi che la proposta fosse legittima?

La proposta tecnicamente poteva essere applicata, perché il fondo di riserva può essere chiesto dai soci, ma secondo me è da considerarsi illegittimo la destinazione di questi fondi agli equilibri di bilancio. Fatto che non è contemplato dallo statuto di Smat che prevede la destinazione di fondi a progetti ambientali o di rinnovamento del patrimonio idrico.

Dove sarebbero andati a finire questi utili è stato espressamente dichiarato, attraverso una lettera ufficiale, dal Dirigente delle partecipate, ovvero al Bilancio della Città di Torino

Il Movimento 5 stelle e la sua candidata sindaca hanno sempre rivendicato un ruolo da protagonisti nella lotta per la difesa dell’acqua pubblica. Cosa credi sia cambiato?

Io credo che il movimento 5 stelle rappresenti sempre il più bieco populismo, senza poi riuscire a tradurre queste posizioni nell’ordinaria gestione della cosa pubblica. Oggi Chiara Appendino guida un’importante Città, ma io credo non abbia le capacità di governarla. Altri comuni hanno difficoltà di bilancio, ma cercano di trovare una soluzione senza andar contro ai propri ideali. Si sono sempre dichiarati contrari all’utilizzo degli utili derivanti dall’acqua, ma uno dei primi provvedimenti che avrebbero voluto far passare si scontra con le posizioni espresse prima di andare al governo.