Da Scampia a Torino

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Articolo e fotografia di Camilla Cupelli

 

“Potranno tagliare i fiori, ma non fermeranno la primavera”. Il verso di Pablo Neruda riecheggia nelle parole di Rosario Esposito La Rossa, nell’incubatore del Salone del Libro di Torino. Un incubatore, perché Rosario, insieme ai ragazzi di Vodisca (Voci di Scampia, gestisce la casa editrice Marotta&Cafiero dal 2010. La casa editrice ha una storia ben più lunga, ma è soltanto da qualche anno che Rosario, e la sua compagna Lena, con l’aiuto di altri ragazzi di Scampia, hanno rilevato la Marotta ed hanno iniziato un percorso sociale sul territorio.

 

Il libro che Rosario presenta, in compagnia di Davide Mattiello, Diego Sarno e Gianfranco Crua, si intitola Sotto le ali dell’airone, e racconta un altro pezzo di quello che i ragazzi di Vodisca fanno sul loro territorio: gestiscono una scuola di calcio che ogni giorno vede oltre seicento ragazzi allenarsi sui campetti del quartiere, proponendo un modello pedagogico alternativo. Come? È molto semplice. I giovani che aderiscono a questa scuola di calcio arrivano da famiglie di boss della criminalità organizzata o da famiglie comuni, e vivono insieme un’esperienza formativa e di divertimento. Come ricorda Rosario, spesso capitava che durante le faide i ragazzini si dividessero in base ai clan, fino a quando non hanno iniziato a capire che il clan poteva essere proprio la scuola di calcio, un’appartenenza mista ad una comunità sociale libera e pulita.

La Marotta&Cafiero, infatti, è marchiata con il simbolo che segnala gli esercizi commerciali che non pagano il pizzo, e produce tutti i suoi libri in creative commons.

 

Davide Mattiello e Diego Sarno, oggi politici, sono amici di vecchia data di Rosario: hanno condiviso con lui l’attività in Libera ed hanno scelto, ormai cinque anni fa, di andare a vedere con i loro occhi la realtà di Scampia. Ecco perché il deputato Davide Mattiello sottolinea come comprare il libro rappresenti “un biglietto di viaggio per Scampia”, per incontrare realtà territoriali come quella presentata e costruire relazioni che valichino le frontiere geografiche e facciano emergere il meglio del nostro Paese. Gianfranco Crua, invece, ha incontrato Rosario occupandosi di femminicidio: il primo in America Latina, il secondo con lo spettacolo Croci Rosa, portato in giro per l’Italia da qualche anno a questa parte.

“Noi vogliamo vivere qui, vogliamo essere orgogliosi di essere di Scampia”, ricorda Rosario, “e per questo stiamo provando a fare una rivoluzione liquida”. Riprendendo la nota metafora di Bauman, i ragazzi di Scampia intendono raccontare come cerchino di insinuarsi nei buchi lasciati dalle istituzioni e dalla criminalità organizzata, per proporre un’alternativa credibile. Che ormai è sotto gli occhi di tutti: la scuola di calcio, la casa editrice, la scuola di teatro e il nuovo progetto di un consorzio di microimprese locali dimostra che i loro progetti, ormai, non sono più nell’incubatore, ma sono nati e stanno crescendo forti e robusti.