Ratifica trattato Italia – Emirati Arabi: intervista a Walter Verini


Al momento rappresenta una vera e propria zona franca per latitanti italiani che, condannati in  via definitiva o indagati, hanno scelto di sfuggire alla Giustizia raggiungendo gli Emirati Arabi.

Le cronache raccontano della presenza nello stato emiratino di 9 soggetti ricercati dalle autorità giudiziarie italiane. Condannati o rinviati a giudizio per reati che vanno dall’associazione mafiosa al concorso esterno, per passare dal narcotraffico fino ad arrivare al riciclaggio ed alla frode fiscale.

Eppure un trattato di Cooperazione Giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi esiste, ma non può produrre ancora effetti. Manca infatti la ratifica del Parlamento. Oggi, raccogliendo l’impegno di Davide Mattiello, membro della nostra fondazione ed onorevole Pd nella passata legislatura, Walter Verini ha presentato la proposta di ratifica alle Camere. Abbiamo deciso di intervistarlo per capire meglio la questione.

Onorevole Verini, oggi ha presentato con la collega Lia Quartapelle una proposta di legge per la ratifica del Trattato di estradizione e cooperazione giudiziaria in materia penale tra Italia ed Emirati Arabi. Perché questa scelta?

Ormai siamo arrivati alla fine di un lungo percorso. Il trattato è stato firmato, sono state recepite anche le normative europee che rendevano impossibile firmare un trattato, visto che negli Emirati Arabi c’è la pena di morte ed è vietato per i membri dell’Unione Europea avere rapporti di reciprocità e di collaborazione con i Paesi nei quali è in vigore la pena capitale. Per questo è stato fatto un protocollo tra Italia ed Emirati Arabi che sancisce che nel caso in cui noi dovessimo mandare lì dei latitanti condannati a morte la pena sarà commutata in detenzione. Quindi il Consiglio dei Ministri ha approvato il 22 febbraio il trattato con queste avvertenze necessarie, ora manca solo la ratifica delle due Camere. Questa operazione e si fa con un progetto di legge che presenta un governo, oppure un parlamentare. Ecco noi abbiamo presentato il progetto perché auspichiamo una rapida ratifica da parte del Parlamento, così da rendere operativa questa operazione e far rientrare in Italia dei latitanti condannati in via definitiva per gravissimi reati di associazione mafiosa o di corruzione e quindi dare un colpo anche a queste pratiche che sono da combattere. Voglio ricordare che l’iter del provvedimento ha visto, in particolare nella scorsa legislatura, il deputato Davide Mattiello in prima fila nel chiedere questo atto.

Oggi, senza l’accordo, stiamo assistendo ad una situazione paradossale. Soggetti condannati per reati gravi contro la persona o il patrimonio si sono resi latitanti proprio negli Emirati. Quali sono i passi necessari per rendere attuabile il trattato?

Bisogna che a questo punto la Camera e il Senato ratifichino il trattato. Una volta ratificato diventa pienamente operativo e quindi le richieste di estradizione che sono pendenti, ma inefficaci perché appunto non c’è in vigore il trattato di cooperazione a quel punto potranno avere valore e così potremo vedere rientrare in Italia delle persone che la giustizia italiana ha ritenuto di condannare in via definitiva e quindi devono scontare una pena, oppure di scontare la custodia cautelare. Questo è importante anche come elemento di deterrenza perché se le mafie, i criminali, i corruttori sfuggono alla giustizia italiana pensando che in alcuni Paesi c’è una sorta di libertà, sapere che negli Emirati  non c’è più questa possibilità di farla franca è un elemento di deterrenza e anche un colpo a quelle organizzazioni criminali che hanno, come noto, una dimensione sovranazionale.

Alcuni, le potrebbero rispondere che i problemi dell’Italia sono altri… Perché, invece, è di fondamentale importanze colmare questa zona franca ed assicurare alla giustizia chi ha commesso dei reati?

La lotta alla corruzione, la lotta alla criminalità per l’affermazione della cultura della legalità e delle regole deve essere una vera priorità in questo Paese. Non sono affatto d’accordo con chi pensa che i problemi siano altri, perché questi sono problemi fondamentali. Non a caso nella legislatura precedente abbiamo messo mano a leggi importanti in questo senso: ricordo la legge contro lo scambio politico-mafioso, ricordo la legge contro gli eco-reati, contro il caporalato, la legge che aumenta la prescrizione per i reati di corruzione, la legge sul whistleblowing, insomma, una serie di leggi contro la corruzione che oltre a essere una piaga etica è anche un grosso freno all’economia. Se qualcuno, per dire, paga le tangenti o corrompe o è corrotto, a farne le spese sono i cittadini o le imprese che rispettano le regole. Quindi l’impunità negli Emirati Arabi è una vera emergenza e noi facciamo bene, come abbiamo fatto in questi anni, a non abbassare mai la guardia.

 

Per saperne di più:

Proposta di legge Ratifica ed esecuzione del Trattato di estradizione tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti

Trattato di estradizione tra Italia ed Emirati Arabi

L’intervista a Davide Mattiello: