Roberto Cota è alla guida della Regione Piemonte illegittimamente. E questo è un dato – non nostro, ma del TAR del Piemonte – in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci sul ricorso presentato.
Ma non è l’unico fatto che ha scolvolto il legame fiduciario tra elettori ed eletti, negli ultimi 4 anni di Governo regionale targato Lega nord – PDL.
La lente della magistratura ha scandagliato a fondo nelle attività dell’Universo Cota trovando delle irregolarità, molte delle quali hanno fatto scatuire indagini, rinvii a giudizio, processi. I reati riscontrati sono quelli tipici della pubblica amministrazione: corruzione, peculato, finanziamento illecito ai partiti, truffa, turbativa d’asta. Una galassia di fatti illeciti che la magistratura sta verificando, ma che denotano in modo chiaro la lacerazione del principio della legalità nella gestione della macchina pubblica.
Questo servizio è nato perché, guardandoci intorno, ci sembrava che Roberto Cota dovesse, per i più, rassegnare le dimissioni per aver acquistato mutande verdi con i soldi pubblici. C’è molto di più, molto di più grave. E abbiamo cercato di raccontarlo incasellando, uno dopo l’altro, i tasselli che compongono il disastro della Giunta di Roberto Cota.
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