#diariodigitale day 1

 
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di Camilla Cupelli

Il giorno tanto atteso è arrivato: si è aperta oggi la nona edizione di Torino Spiritualità al Teatro Regio di Torino, dove alle 18.00 si sono riuniti la scrittrice turca Esmahan Aykol, l’arcivescovo melchita di Galilea Elias Chacour e la psichiatra di origine marocchina Rita El Khayat. A moderare la serata Francesca Caferri, giornalista de La Repubblica, con la partecipazione dell’ospite d’eccezione Domenico Quirico.

 

Il tema della manifestazione, quest’anno, è quello della scelta: scelte personali, di vita, collettive, essenziali che hanno modificato la nostra vita e quella di chi ruota intorno a noi. Il tema ha dominato anche la serata di oggi, attraversando le esperienze dei vari ospiti.

 

A rompere il ghiaccio Domenico Quirico, liberato da pochi giorni dalla prigionia in Siria. La scelta da cui parte è quella di non odiare: “non posso scegliere di dimenticare le persone che ho incontrato nei cinque mesi di prigionia. Quando mi hanno liberato, i miei aguzzini mi hanno fatto comprendere che non eravamo noi i prigionieri, e loro i ribelli che ci tenevano prigionieri; eravamo tutti esclusi. Loro sono rimasti nella prigione della Siria mentre noi ci siamo diretti di nuovo verso la libertà”. La necessità impellente di Domenico è quella di raccontare non solo la rivoluzione tradita, ma anche la presenza degli esseri umani chiusi tra i confini di una crudele guerra. È solo così che si può scegliere di non odiare, ma di provare quella che Quirico definisce “pietà, compassione”. La guerra civile di cui Quirico confessa di essersi innamorato sembra scomparsa nella quotidianità del dolore, c’è ancora speranza.

 

Esmahan Aykol, invece, autrice di libri gialli in Turchia e blogger che ha raccontato le vicende di Gezi Park e Piazza Taksim, ha scelto di raccontare la vita del suo Paese in una forma insolita: il romanzo. La sua storia nasce nell’università berlinese, quando il pregiudizio degli europei portò la giovane blogger a cercare di raccontare tra le righe di un libro la realtà turca in modo chiaro e scanzonato.

Le vicende dell’Oriente tornano a dominare con la storia dell’arcivescovo Elias Chacour, palestinese d’origine cacciato dal suo villaggio, che nonostante la violenza in cui ha vissuto, ha scelto la via della pace: ha guidato la pacificazione tra palestinesi e israeliani, ottenendo la cittadinanza israeliana. Candidato al Nobel per la Pace, ha un passato insolito che ha cercato di trasformare in un’identità complessa: si definisce infatti “cristiano arabo palestinese, ma cittadino israeliano”.

Infine, la psichiatra ed antropologa Rita El Khayat, che ha scelto di aiutare molte donne vittime di violenza nel suo Paese. A guidarla, il racconto di sua madre che, da bambina, venne picchiata selvaggiamente per aver avanzato una richiesta rivoluzionaria in famiglia: il diritto all’istruzione. Rita ha portato avanti con orgoglio la scelta della madre, prendendo quattro lauree che ha poi messo al servizio della popolazione. “Non ho avuto scelta, se non studiare, ed eccellere” racconta. “Credo che la cultura cambierà il mondo”.

 

A continuare la serata, arte e spettacolo alle 21.00 in contemporanea al Teatro Regio e al Circolo dei Lettori. Sul palco del teatro Ramin Bahrami e Filippo Timi, con esercizi di sperimentazione letteraria e teatrale, mentre al Circolo un incontro dal titolo Gli scopi della vita, guidato da Dan Millman. Al centro degli incontri, ancora una volta, il tema della scelta: come fissare le scelte di vita cruciali per la nostra esistenza?

Al riguardo, ricordiamo l’evento #mettoallasta, organizzato dalla Fondazione Paideia e dal Circolo dei Lettori. Liberarci di un oggetto è una scelta: scegliere di metterlo all’asta e di donare il ricavato per realizzare i desideri chi non ha potuto scegliere, è forse una scelta ancora più profonda.