A un anno dalla primavera araba: il convegno

Giovedì 1 marzo a Torino, presso il Circolo dei Lettori, ha avuto luogo il convegno internazionale “A un anno dalla Primavera Araba. La transizione difficile”, promosso da CIPMO – Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente e Paralleli – Istituto Euromediterraneo del Nord-Ovest, in collaborazione con il Forum per i problemi della pace e della guerra di Firenze.

Sono intervenuti tra gli altri: Renzo Guolo, Professore di Sociologia dei Processi culturali all’Università degli Studi di Padova, Heliodoro Temprano Arroyo, Capo dell’Unità Assistenza Finanziaria per i Paesi del Vicinato, Direzione Generale Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea, Khalil el-Anani, Ricercatore in Politiche del Medio Oriente alla Durham University (Gran Bretagna), esponente della nuova generazione dei Fratelli Musulmani, Hussam Itani, Editorialista del quotidiano libanese Al Hayat, Sami Ben Gharbia, blogger tunisino, Direttore responsabile di Global Voices eShahira Abu Leil, attivista egiziana, portavoce del movimento No to Military Trials for civilians, Olivier Roy, direttore scientifico del “Programma Mediterraneo” all’Istituto Universitario Europeo di Firenze. Coordina: Pier Antonio Panzeri, Presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con i Paesi del Maghreb.

A un anno dalla primavera araba, sono emerse crescenti difficoltà all’interno di quei paesi, dove sembrano resistere le vecchie strutture di comando e le difficoltà economiche sono ancora assai gravi. D’altro canto, nelle diverse tornate elettorali che si sono tenute, si è registrata l’affermazione dei partiti islamici, sia dei Fratelli Musulmani, maggioritari in Egitto, Tunisia e in Marocco, sia, in minor misura, dei Salafiti, attestati su posizioni più dogmatiche e intransigenti. Le forze del cambiamento, e tra queste in prima linea il movimento delle donne, mantengono tuttavia un ruolo forte, anche se non necessariamente maggioritario, e restano uno dei principali fattori in campo, in grado di influire in maniera consistente sugli sviluppi del processo in atto. Infine, gli altri regimi autoritari al potere, a cominciare dalla Siria, hanno deciso di resistere a oltranza, determinati a non seguire la sorte di Ben Ali, Mubarak, e Gheddafi.

L’Europa si trova quindi di fronte a scelte complesse, che possono essere decisive per il suo futuro.

Molto interessante è stata la panoramica sulla galassia dei partiti e dei movimenti riconducibili ai Fratelli Musulmani, una galassia estremamente complessa che, soprattutto nelle nuove leve, l’Europa deve saper approcciare senza preconcetti o steccati ideologici.

Se riusciremo a capovolgere la nostra visione del mondo per ridisegnarlo, riusciremo anche a comprendere come la primavera araba, ben lungi dall’essere stagione conclusa, costituisce per l’Europa un’occasione straordinaria di crescita politica e culturale.

E’ il balzo in avanti che tutti dobbiamo saper fare.