Oltre. Riflessioni e pratiche sul fine vita

Abbiamo pubblicato il nostro quattordicesimo quaderno “Oltre. Riflessioni e pratiche sul fine vita.” Scaricalo qui.

Parlare della morte e di tutto ciò che è connesso al fine vita nel contesto socio-culturale Occidentale non è affatto semplice. La nostra società ha un rapporto problematico con il morire: alla schiettezza della constatazione “è morto” si preferiscono parole ritenute più delicate (come “se ne è andato” oppure “non c’è più”); si usano complicate perifrasi per “non nominare” le ultime fasi della vita; i luoghi dei morti e i simboli della morte sono tenuti a distanza; si evita accuratamente di menzionare argomenti ritenuti troppo angoscianti e gravosi per essere affrontati. Per quanto ci siano segnali di quello che Michel Vovelle ha definito una “riscoperta della morte” – in parti- colare nel campo della ricerca, della produzione artistica e letteraria, della riflessione filosofica – il silenzio sul fine vita è ancora presente in molti aspetti della vita quotidiana. È proprio la morte più vicina, quella che è effettiva- mente presente nelle nostre autobiografie, quella che risulta più difficile da affrontare.
Il presente quaderno rappresenta una sintesi di un percorso di collaborazione fra tre realtà che condividono il bisogno di conoscere, comprendere e interpretare le radici storiche, sociali e culturali di questo nostro problematico rapporto con la finitudine: la SOCREM Torino, la Fondazione Ariodante Fabretti ONLUS e la Fondazione Benvenuti in Italia. Tale percorso inizia nel 2017, con un lavoro di ricerca che si indirizza su due ambiti tematici: il primo è quello del pluralismo religioso nel fine vita e dei bisogni specifici delle varie comunità presenti nel territorio torinese. Questo tema è ampiamente discusso da Chiara Iencarelli, Miranda Nera e Bruno Iannaccone nel presente volume. Il secondo filone tematico, affrontato da Selene Amici e Roberta Pibiri, riguarda il modo in cui la morte viene vissuta e gestita a Torino e la rilevazione delle criticità che i cittadini incontrano nei vari luoghi in cui si affronta il decesso.
L’interesse che le nostre tre realtà condividono per la ricerca, trova un campo concreto di applicazione nell’esperienza dello sportello Oltre, raccontata in modo dettagliato nell’ultimo capitolo del Quaderno. Questo sportello non solo offre informazioni, ma ascolto, accompagnamento e aiuto concreto a tutti coloro che ne fanno richiesta.
Questa innovativa iniziativa è in linea con il comune obiettivo di contribuire a costruire un approccio più sensibile e consapevole al fine vita ed è al centro degli interessi della Fondazione Ariodante Fabretti ONLUS, un’istituzione pioniera in Italia che riflette sul tema dell’umano morire, attiva in Piemonte dal 1999, che oggi costituisce un punto di riferimento scientifico interdisciplinare per tutti coloro che si dedicano allo studio di tematiche inerenti la morte e il morire.
In questi anni, infatti, l’incontro costante e ravvicinato con persone che devono gestire la ritualità che accompagna la morte di un caro; che sono in lutto; che hanno bisogno di ripensare il proprio orizzonte esistenziale in seguito a una diagnosi di malattia grave o a una prognosi infausta, o ancora, che in vari ruoli professionali si trovano a dover comunicare “cattive notizie” e a contenere il dolore dirompente dei propri interlocutori, ha motivato ciascuno degli enti coinvolti nel progetto a proporre dei servizi concreti rivolti alla cittadinanza. Le ricerche presentate in questo volume e lo sportello Oltre sono due modi complementari di mettere al servizio dei cittadini le competenze e le esperienze maturate in ciascuna delle nostre realtà, nell’ottica di sostenere le persone in un momento di particolare vulnerabilità.