Come Fondazione Benvenuti in Italia condividiamo l’appello alla piazza di domani a Roma: sarà un’importante occasione per far emergere il desiderio di un’Europa più forte, più unita, capace di affrontare le sfide del presente.
La piazza di domani, però, non dovrà essere quella di un europeismo sterile, a semplice difesa dello status quo.
Per creare davvero un’Unione Europea più forte e unita dovremo dotarci di un’unione fiscale, e quindi della capacità di tassare e redistribuire le immense concentrazioni di ricchezza nelle mani di pochi, per creare società più giuste per tutte e tutti.
Dovrà essere un’UE con una politica estera unitaria, non grazie alla maggiore spesa militare dei singoli stati, ma grazie alla costruzione di una difesa comune.
Non potrà essere un’UE che prospera sull’appropriazione di risorse dal Sud del mondo, alimentando ulteriormente la crisi climatica e generando le stesse ondate migratorie che poi respinge con violenza.
L’Unione Europea è un progetto di pace tra popoli sorto sulle ceneri della seconda guerra mondiale. Un progetto lungo, lento, incompiuto, spesso contraddittorio, ma capace di sfidare l’egemonia di secoli di storia fondata sui nazionalismi.
Per questo il nostro modo di accogliere l’appello della piazza di domani è continuare a lavorare per la creazione di una Repubblica d’Europa, rinnovando la nostra volontà di convivere sulla base di altre premesse: quelle di un patriottismo costituzionale, in cui le persone sono unite dalla definizione condivisa di diritti e doveri.