Restarting the future

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Si chiama Restarting the future, ed è la campagna con la quale il Gruppo Abele e Libera intendono sensibilizzare l’opinione pubblica ed i cittadini che a maggio saranno chiamati a scegliere i propri rappresentanti europei.

Così come per ‘Riparte il futuro’, la campagna ambisce a raccogliere le firme sia dei cittadini che dei candidati per dire un chiaro e netto ‘no’ alla corruzione delle istituzioni europee.

Di seguito il testo dell’iniziativa: CLICCATE QUI per il sito e per apporre la vostra firma.

 

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Il prossimo 25 maggio l’Italia eleggerà migliaia di uomini e donne che saranno chiamati a rappresentarci in tutta Europa, in 2 Regioni e in più di 4.000 Comuni. A parole e in campagna elettorale tutti i candidati sono campioni di legalità, ma dobbiamo stare attenti perché le elezioni sono anche una grande occasione in cui corruzione, interessi delle mafie e malaffare si diffondono nelle istituzioni. Ma ora possiamo finalmente cambiare le cose”.

“Riparte il futuro”, promossa dal Gruppo Abele e da Libera, presenta così, sull’omonimo sito www.riparteilfuturo.it, la nuova campagna progettata in vista dell’importante appuntamento elettorale, in collaborazione con Avviso Pubblico, Mafia Nein Danke, Libera France e Anticor. Proprio queste tre ultime associazioni  si sono fatti promotrici – la prima in Germania e le altre in Francia – della proposta “Restarting the future”, rilanciata anche qui in Italia; ai candidati eletti viene chiesto, nei primi 150 giorni della nuova legislatura, di formare un intergruppo contro la corruzione e la criminalità organizzata che avrà, tra i vari obiettivi, la ricostituzione della Commissione speciale sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro che dovrà occuparsi di verificare il recepimento della direttiva sulla confisca e il riuso dei beni alla criminalità organizzata, proponendone l’estensione ai beni riconducibili ai corrotti.

 

La corruzione, i dati. Secondo la prima relazione della Commissione Europea sulla corruzione, pubblicata a febbraio, la corruzione è un fenomeno che accomuna tutti i 28 Stati membri. La maggiore percezione dello stesso si registra in Grecia (99%), Italia (97%), Lituania, Spagna e Repubblica Ceca (95%). Il 73% degli europei interpellati ritiene che la corruzione sia il mezzo più indicato per ottenere alcuni servizi nel proprio Paese, ed un quarto delle persone intervistate ritiene di essere direttamente colpito dalla corruzione nella vita di ogni giorno.

Secondo invece  la classifica annuale di Transparency International, che valuta il livello di corruzione percepito dagli abitanti dei 177 Paesi mondiali attribuendo un punteggio che va da molto corrotto (pari a zero) a molto pulito (cento), l’Italia si colloca al 69esimo posto della classifica, con un punteggio – 43 – pari a quello del Kuwait e della Romania. Sui gradini più alti del podio salgono la Danimarca e la Nuova Zelanda (91 punti su 100), mentre in coda alla classifica, con 8 punti, vi sono l’Afghanistan, la Corea del Nord e la Somalia. Nessun Paese ha raggiunto il massimo punteggio.

Infine, la voce del Quality of Government Institut: tra il 2010 e il 2013 è stato registrato, in tutte le regioni italiane, un peggioramento globale degli indici di corruzione percepita e richiesta. Al di sotto della media europea il Trentino-Alto Adige, la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia, mentre la Campania, la Calabria, il Molise, la Puglia e il Lazio figurano tra le zone europee più corrotte.