“Libere per tutte”, tre motivi per leggere il libro di Marco Omizzolo

grafica del libro libere per tutte

Ci sono almeno tre motivi per leggere “Libere per tutte”, il nuovo libro di Marco Omizzolo edito da Fondazione Feltrinelli. Il primo è presto detto ed è la lotta al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici, che da sempre ci lega. Ma ci sono altri due temi contenuti nel libro che sono importanti per noi e per il movimento di cui facciamo parte: l’oppressione di genere nelle sue sfumature più intime, tema che ACMOS ha affrontato nel recente campo di Boves e la battaglia contro il gioco d’azzardo Patologico che condividiamo con Libera Piemonte.

“Libere per tutte” racconta la storia di tre donne forti e coraggiose. La tenerezza con la quale Omizzolo racconta le loro vite e le loro sofferenze è a tratti commovente, dismettendo per un attimo i panni del sociologo e ricercatore.
Le prime due donne si chiamano Italia e Manpreet e sono entrambe lavoratrici ridotte in miseria, mal pagate e umiliate. Soprattutto la condizione di totale povertà di Manpreet è agghiacciante: è povera di soldi, povera di cultura e di una rete sociale capace di consolarla. Un ex marito violento e tre figli da mantenere raccontano il resto di un esistenza in cui è difficile trovare un barlume di speranza. Una condizione che Omizzolo ha già raccontato più e più volte, fino allo sfinimento, perchè comune tra i lavoratori e le lavoratrici provenienti dall’India che raccolgono frutta e ortaggi nelle nostre campagne.

Italia, invece, è colta e raffinata. Peccato che sia una donna con la pelle scura nel nostro Paese e basta questo a mandare in frantumi i sogni di una persona. Italia però è molto combattiva e non piega la schiena davanti a nessuno, men che meno davanti ai dirigenti dell’azienda nella quale fa le pulizie. Loro, neanche a dirlo, sono uomini bianchi che a malapena si accorgono delle lavoratrici che tengono pulito il proprio ufficio, se non per qualche complimento non gradito e non richiesto.

La terza storia è spiazzante. Anna è ricca, colta, allegra, di bell’aspetto. Ad Anna non manca nulla, ma questo non serve a tenerla lontana da un buco nero che la inghiotte, facendola precipitare nella spirale del gioco d’azzardo patologico e perfino della prostituzione. Una donna che adesso cerca di ricostruire la propria dignità, consapevole delle parole cattive che possono essere spese per descriverla, mentre quello che l’ha portata fino lì è una sensibilità fuori dal comune e vecchie ferite che si sono sommate alle nuove.

In “Libere per tutte” Marco Omizzolo racconta le vite di Italia, di Manpreet e di Anna con delicatezza, evitando ogni tipo di giudizio, ma usando spesso termini forti, come “povertà”, senza giri di parole. Sono espressioni che bisogna pronunciare, perchè è così che si crea coscienza collettiva intorno ai problemi, senza addolcire la pillola per assolvere noi stessi. La durezza dei fatti narrati convive, infatti, con la gentilezza della scrittura che riserva alle tre donne.
Nel libro non ci sono elenchi, nè numeri che diano l’entità della gravità dei problemi, ma per noi che cerchiamo di stare accanto ai lavoratori e alle lavoratrici che rivendicano i propri diritti, alle donne e a chiunque viva una sofferenza legata alle tematiche di genere, a coloro che sono dipendenti dal gioco d’azzardo patologico, leggere la disperazione di queste vite ci restituisce il senso più profondo del nostro agire.

Libere per tutte è disponibile nel catalogo online La Feltrinelli

copertina del libro Libere per tutte

 

Autore: Marco Omizzolo

Editore: Fondazione Feltrinelli

Anno di pubblicazione: 2022

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