Inopportuno che Garcea faccia parte della Commissione Legalità

Dare conto pubblicamente delle proprie posizioni non va più di moda, a quanto pare. 

Un buco nell’acqua provare a chiedere a Salvini se ritenga di prendere le distanze dall’amico Putin, idem quando si chiede al Presidente Cirio di censurare le posizioni assunte dall’assessore Marrone a supporto dei separatisti filo russi del Donbass…Chissà se si riuscirà a cavare una parola chiara almeno dal consigliere comunale Domenico Garcea, eletto a Torino nelle fila di Forza Italia ed appena nominato componente della Commissione consigliare speciale “legalità” del Comune.

Il Consigliere Domenico Garcea, mai nemmeno indagato per i fatti a cui mi riferisco, è cugino di Onofrio Garcea, condannato in primo e secondo grado per voto di scambio politico mafioso in esito del processo celebrato con rito abbreviato, scaturito dalla indagine denominata Fenice (proprio la stessa che ha portato all’arresto dell’Assessore regionale Roberto Rosso), che ha avuto ad oggetto la campagna elettorale per le regionali del 2019, alle quali Domenico era stato candidato sempre da Forza Italia. Allora Domenico non venne eletto, piazzandosi alle spalle di Tronzano con un ragguardevole numero di preferenze: oltre 700.

È un fatto che Onofrio Garcea sia ‘ndraghetista patentato dalla Cassazione, che ha reso definitiva la condanna a 7 anni e 9 mesi in esito al processo Maglio 3 celebrato a Genova, ritenendolo capo dell’articolazione genovese della ‘ndrangheta fino al 2012.

È un fatto, chiaramente deducibile dalle motivazioni della sentenza di primo grado che Onofrio Garcea ed il suo sodale criminale Francesco Viterbo si interessarono assai alla campagna elettorale di Domenico.

È un fatto che Domenico abbia una sorella, Chiara.

È un fatto che Chiara, sorella di Domenico e cugina di Onofrio fosse anche (almeno al tempo) la fidanzata di quest’ultimo.

È un fatto che Chiara si sia data un gran da fare per la campagna elettorale del fratello e che ne abbia parlato più volte con il cugino-fidanzato.

È un fatto che Chiara fosse non soltanto consapevole della caratura criminale del cugino-fidanzato, ma che ne fosse tanto orgogliosa. Agli atti resta la più iconica dichiarazione d’amore che in materia ci si possa aspettare di leggere: “Io sono andato a prendermi un uomo con i coglioni! Un uomo che sapevo che ci aveva a che fare con chi ci aveva a che fare! Eh! Un uomo che quando entrava in un locale, sapevo che gli aprivano le porte! Non un coglione del cazzo! (…) Ascolta sei tu quello che fa lo ‘ndranghetista!” Puro amore insomma!

Non risulta alla Procura che Domenico fosse a conoscenza del sostegno realizzato dal cugino, sollecitato dalla sorella e per questo Domenico non è stato, ripeto, nemmeno indagato.

Tutto ciò posto, abbiamo imparato che il perimetro del penalmente rilevante NON coincide con quello del politicamente inopportuno e NON coincide con quello del moralmente ripugnante.

I giudici fanno il loro mestiere che non risolve il mestiere di chi fa politica.

Considerati gli stretti legami famigliari tra Onofrio, Chiara e Domenico Garcea a me pare inopportuno che proprio quest’ultimo sia stato chiamato a comporre la Commissione Legalità del Comune di Torino. 

Sarebbe quanto meno necessario che Domenico prendesse pubblicamente le distanze da questi fatti, condannandoli esplicitamente: ad un politico è legittimo chiedere la parola ed il politico ha sempre la responsabilità di scegliere tra reticenza e chiarezza. 

Davide Mattiello

Presidente della Fondazione Benvenuti in Italia

 

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RASSEGNA STAMPA

C’è un parente del superboss Garcea nella commissione legalità del Comune di Torino. La stampa 8 marzo

Mattiello attacca Garcea: “Decida se ispirarsi a Impastato o Riina”. Lui replica: “Sempre stato nel pieno della legalità”. Torinoggi 9 marzo

“Stasera andiamo a cena da Rosso, domani votiamo tutti per Garcea”. La stampa 12 marzo

Caso Garcea, Pd diviso: Conticelli difende il consigliere cugino del boss e cita Peppino Impastato. La stampa 13 marzo

Garcea in Commissione Legalità, Torino Domani: “Faccia chiarezza, pronti a chiedere dimissioni”. Torinoggi 14 marzo

Caselli: “Torino si ribelli alla ’ndrangheta, inopportuno nominare parenti dei boss”. La stampa 15 marzo

Cos’è il caso Garcea e perché sta spaccando la politica torinese. La stampa 15 marzo

Garcea come Peppino Impastato? Il fact checking. La Stampa 15 marzo

Torino, il consigliere di Fi è parente del boss di ‘ndrangheta ma è in commissione Legalità. Le carte: “Il condannato si dette da fare per lui alle Regionali”. Il fatto Quotidiano 16 marzo

A Torino nella commissione legalità siede il parente di un boss della ‘ndrangheta. Lavialibera 16 marzo

Caso Garcea, Lo Russo per il passo indietro: “A Torino le mafie non hanno cittadinanza”. La stampa 17 marzo