Il Martire mancato. Intervista a Arianne Ghersi

È uscito “Il Martire mancato. Come sono uscito dall’inferno del fanatismo” edito da Multimage.

Il libro narra la storia vera di Walimohammad: un bambino, poi diventato adulto, nell’Afghanistan devastato dalla guerra. Un inno alla determinazione e alla potenza dell’istruzione come strumento per sfuggire al fanatismo e alla violenza. “Se Walimohammad non avesse trovato in sua nonna una guida forte, capace di risvegliarlo dal torpore di un contesto negativo e se fosse stato analfabeta non avrebbe potuto sfamare la curiosità di conoscere suo padre attraverso gli scritti ereditati e non avrebbe mai sentito l’esigenza di abbandonare la madrassa che ha portato la quasi totalità dei suoi amici alla morte.” Si legge nell’introduzione, curata da Arianne Ghersi*, insieme alla stesura. La postfazione è curata da Giulietto Chiesa.

Noi abbiamo intervistato Arianne per chiederle di raccontarci come è nato il progetto del libro e cosa abbia imparato da questa esperienza:

Chi è Walimohammad e come vi siete conosciuti?
Walimohammad Atai nasce in Afghanistan nel 1996 e, dopo una rocambolesca fuga dettata dalla concreta possibilità di essere ucciso dai talebani, raggiunge l’Italia. Nel nostro Paese si è laureato in Scienze della mediazione linguistica e lavora come interprete e traduttore giurato per tribunali, commissioni territoriali, carceri e questure. È inoltre impegnato come educatore professionale socio-pedagogico ad Acqui Terme in una struttura legata alla Comunità San Benedetto al Porto di Don Gallo.
Ci siamo conosciuti per mezzo dei social, grazie ad un contatto comune. Dopo qualche breve scambio di battute che hanno suscitato curiosità reciproca abbiamo deciso di conoscerci di persona.

Come è nato il progetto del libro “Il Martire mancato”?
Fin dal nostro primo incontro abbiamo condiviso le nostre storie e il nostro bagaglio culturale.
Walimohammad sognava da tempo di poter scrivere un libro che raccontasse la sua vita e che potesse mettere in luce le complessità del suo paese, spesso raccontato sotto rigidi schemi. Ha reputato che io fossi la persona adatta per poter dare vita a questo progetto: oltre a sistemare i suoi appunti in un italiano più scorrevole, mi sono impegnata a spiegare attraverso le note gli aspetti culturali e religiosi non sempre facilmente fruibili ad un lettore occidentale che non abbia approfondito le proprie conoscenze in materia.

Quale messaggio volete lanciare con questo libro?
La storia di tantissimi giovani afghani è spesso costellata di dolore e violenza, ma ciò che ha contraddistinto Walimohammad è stato il fatto che avesse potuto studiare. Nelle madrasse ha imparato a leggere e scrivere il pashto e l’arabo, grazie allo zio ha assimilato la lingua inglese e con la zia, insegnante privata della possibilità di svolgere il suo lavoro, ha appreso il dari. Leggendo il libro si comprenderà quanto siano stati fondamentali gli insegnamenti della nonna paterna e la possibilità di consultare i testi ereditati dal padre ucciso dai talebani. Se l’autore non avesse avuto questi importanti stimoli culturali che gli hanno dato possibilità di sviluppare un senso critico, probabilmente, sarebbe morto come molti suoi coetanei del villaggio. Per rimarcare questa differenza, sarà importante prestare attenzione al capitolo in cui si raccontano le vicende di Khalid perché, proprio da questo tragico confronto, si può capire quanto la cultura e l’accesso all’informazione possano cambiare i destini delle persone.

Per acquistare il libro contatta la casa editrice Multimage, anche attraverso la pagina facebook dedicata al libro => www.facebook.com/Ilmartiremancato/


* Arianne è una giovane italiana, specializzata in aspetti politico-religiosi riguardanti l’Islam. Dopo varie esperienze alla Camera dei Deputati e presso la Radio Vaticana, il caso le fa incontrare Walimohammad Atai e ha deciso di aiutarlo a far emergere la sua verità.