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L’argomento della mensa scolastica è sempre più spesso oggetto di diatriba tra i Comuni, le scuole ed i genitori: Benvenuti in Italia, in collaborazione con Mensa Civica e grazie al sostegno del consorzio Risteco e della fondazione svizzera Fondation Charles Léopold Mayer pour le Progrès de l’Homme, sta promuovendo un progetto europeo (a partire dai casi studio di Torino e Zaragoza) di analisi e proposta relative al rapporto cibo nelle mense scolastiche e pluralismo religioso; coinvolta in questo porgetto una equipe di giovani ricercatori: Luca Bossi, Elena Messina e Lara Sarasot. Nell’ottica di un continuo miglioramento dei Servizi di ristorazione scolastica, molti comuni di numerose città italiane hanno scelto di promuovere la definizione di regimi alimentari in grado di rispettare le prescrizioni religiose e culturali in materia di cibo di tutti gli utenti, considerata la situazione migratoria e post-migratoria italiana e la conseguente complessa composizione degli eventuali destinatari del Servizio.

Infatti, anche il consumo del pasto può attivamente contribuire all’integrazione dei gruppi sociali e culturali, fungendo così da tramite di comunicazione.

All’interno del territorio nazionale alcuni comuni si sono distinti per la promozione di progetti che avessero lo scopo di instaurare un dialogo diretto con l’utenza dei servizi di ristorazione, nell’intento di fornire un servizio quanto più vicino alle necessità dei destinatari.

E’ il caso del comune di Torino, il cui Servizio Ristorazione Scolastica prevede la possibilità per ogni utente di richiedere una dieta speciale. Essa può essere richiesta per motivi patologici (situazione che richiede il supporto di una specifica documentazione) oppure per motivi culturali e religiosi.

Le prime diete speciali sono personalizzate rispetto alle necessità dell’utente, mentre le seconde sono standardizzate e prevedono l’esclusione di carne (o di uno specifico tipo di carne- ad esempio carne di maiale) oppure di carni e pesce e sono standardizzate e predisposte annualmente. Per entrambe le tipologie di diete esiste una modulistica, che può essere scaricata dal sito.

Sebbene sia evidente il tentativo di codificare le richieste dell’utenza quanto più possibile, è altrettanto chiaro come il Comune di Torino abbia così tentato di ricercare un dialogo con i destinatari del Servizio, al fine di conformarsi quanto più possibile alle loro richieste. Tale ricerca di dialogo è confermata dall’avvenuta attivazione nel corso dell’autunno 2012 del ciclo di incontri Ristorazione: educazione e benessere, rivolto ai componenti delle commissioni mense, così come a genitori ed insegnanti allo scopo di approfondire con i diretti interessati tematiche relative all’educazione alimentare ed alla sicurezza degli alimenti, considerati parametri in grado di determinare la qualità del servizio erogato.

Vi sono tuttavia alcuni limiti del servizio offerto che devono essere indagati e che possono costituire un punto di partenza per dei miglioramenti per quanto attiene al rispetto delle esigenze delle tradizioni religiose che i bambini rappresentano; in tal senso occorre  indagare sugli aspetti nutrizionali, ambientali (utilizzo di prodotti territoriali impatti sull’ambiente, sugli animali allevati) e economici delle diverse particolarità alimentari legati alle religioni, in modo da offrire una altra lettura dei vari divieti o delle specificità religiose.

Inoltre occorrerà capire come valorizzare le differenti abitudini alimentari, in modo da fare assaggiare a tutti dei pasti “religiosamente” corretti e ancora come trasformare delle ricette tipiche con prodotti locali per renderli accettabili anche a quelli che non le possono mangiare a causa di divieti legati a religioni.

Dopo una prima fase di analisi dell’esistente, A Tavola con le religioni confronterà i risultati di Torino con quelli di Zaragoza e si dedicherà poi a costruire un percorso di best practices a partire dalle questioni qui abbozzate.

Elena Messina e Valentina Ciappina