Facciamo nuova la politica!

Domenica 20 e lunedì 21 settembre in tutta Italia avranno luogo le elezioni Comunali e Regionali.

Tre persone che negli anni hanno camminato insieme a noi sono candidate in questa tornata elettorale: Claudio Bethaz, Sara Hejazi e Leonardo Palmisano.

Tre persone che hanno deciso di mettersi in gioco portando all’interno delle istituzioni i temi da sempre cari al nostro movimento, per fare nuova la politica!

 

Claudio Bethaz, 30 anni. Laureato in Ingegneria energetica e nucleare, membro della Fondazione Benvenuti in Italia.

Candidato alla carica di Consigliere Comunale a Castellamonte (TO) nella lista “SìAmo Castellamonte”, per Pasquale Mazza Sindaco.  

“Mi candido perché la cultura è il tratto distintivo di ogni comunità, e voglio impegnarmi per valorizzare l’offerta culturale della cittadina in cui vivo da sempre.”

Di recente, in seguito ad alcune defezioni avvenute nella maggioranza, il Comune di Castellamonte è stato Commissariato e per questo motivo si svolgeranno nuove elezioni.

Claudio ha messo nuovamente le sue competenze a disposizione della sua città, dopo essere stato delegato alla Cultura nella scorsa Amministrazione, per portare a termine i progetti intrapresi.

Per prima cosa, Castellamonte può e deve tornare a essere un centro a trazione turistica, attirando visitatori con la sua eccellenza: la lavorazione della Ceramica.

La città ha ottenuto un finanziamento regionale per la costituzione di un Museo dedicato alla terra rossa di Castellamonte, progetto che la lista “SiAmo Castellamonte” vuole portare a termine per mettere in evidenza sia la tradizione che le eccellenze contemporanee nella lavorazione della terra.

La Mostra della Ceramica, evento che ha portato molti visitatori a Castellamonte, negli ultimi anni ha attirato in città artisti da tutto il mondo, con la formula del concorso internazionale. In futuro il progetto è quello di affiancarla ad ulteriori eventi, che valorizzino l’artigianato e le molte altre declinazioni della ceramica, uno su tutti quello enogastronomico.

 

Sara Hejazi, 42 anni. Giornalista e antropologa. Si occupa di movimenti religiosi, sessualità e rivoluzioni di genere nelle società contemporanee. Ha collaborato a numerosi studi fatti dal Comitato scientifico della Fondazione Benvenuti in Italia ed è co-autrice del libro “La Repubblica d’Europa” a cura del collettivo ISAGOR.

Candidata alla carica di Consigliere Comunale a Trento nella lista “Trento Futura” all’interno della coalizione del centro sinistra, per Franco Ianeselli Sindaco.

“Mi candido per contrastare una narrazione pericolosa che spesso viene fatta sul rapporto con l’altro, il “diverso”. Visto come un pericolo e non come una ricchezza.”

“Trento Futura” è un progetto politico nato alle elezioni provinciali del 2018. Da allora il gruppo di lavoro è andato avanti e ha deciso di riproporre la candidatura alle elezioni Comunali 2020, a partire da un programma molto ben strutturato:

In primo luogo “Trento Futura” vuole partire da un’idea di prossimità che metta i cittadini e le piccole realtà al centro. Per questo motivo ha deciso di rafforzare il dialogo con le circoscrizioni.

In secondo luogo ha in mente di ribaltare il concetto di insicurezza, che troppo spesso fa rima con diffidenza, ponendo l’accento sulla cura dell’altro. A questo proposito “Trento Futura” punta a trasformare Trento in città “super diversa”, ma senza dimenticare il contrasto alle disuguaglianze, che troppo spesso sono alla base della cattiva convivenza.

Sui grandi temi, “Trento Futura” guarda alla città come epicentro di una transizione sempre più ecologica, con la conversione dei tanti spazi urbani dimenticati. Allo stesso modo, è necessario uno spirito di innovazione che porti a maggiori opportunità di lavoro in città.

Il contributo specifico di Sara nel programma sta nell’aver analizzato il tessuto economico e sociale di Trento, oltre ad aver intercettato il mal contento verso le diversità, spesso incarnate dagli stranieri. La sua lotta, prima di tutto culturale e poi politica, si concentra sullo sforzo di cambiare il paradigma per cui gli stranieri siano coloro che tolgono ricchezza agli Italiani, dimostrando come in realtà essi portino ricchezza, arricchendo il tessuto sociale di nuovi elementi. A patto che vengano attenuate le disuguaglianze. Un progetto ambizioso, ma possibile!

 

 

Leonardo Palmisano, 45 anni. Scrittore e sociologo. Autore di numerose inchieste sulle mafie nel nostro Paese. Presidente della cooperativa Radici Future. Co-autore del libro “La Repubblica d’Europa” a cura del collettivo ISAGOR.

Candidato alla carica di Consigliere Regionale in Puglia, nel collegio di Bari e provincia per il Partito Democratico, per Michele Emiliano Presidente.

“Mi candido per spostare l’asse della coalizione del centro sinistra sui temi sociali, come ambiente e lavoro e per arginare l’avanzata dei populismi.”

Le priorità della sinistra pugliese secondo Leonardo Palmisano devono essere due: ambiente e lavoro. Temi che si concretizzano materialmente a Taranto, la città dell’Ilva, dove il dibattito si caratterizza il più delle volte nella scelta tra le due alternative. Il dibattito intorno alla questione, tuttavia, è sterile se polarizzato in questo modo e per questo motivo, attraverso il Partito Democratico, propone una scelta differente che vedrà i suoi effetti solo tra qualche anno.

Secondo Palmisano, Taranto dovrebbe ripensare la propria identità a partire dalle proprie peculiarità: è una città portuale, vicina all’aeroporto di Grottaglie. Per questo motivo ha tutte le caratteristiche per diventare uno snodo cruciale del sud Italia e non è utopia pensare a Taranto come città dell’industria ferroviaria. Inoltre, il territorio ha tutte le caratteristiche per poter diventare un polo di informatica, spostando la sede universitaria a Taranto e attraendo anche soggetti privati.

Le altre battaglie che caratterizzano l’attività di Leonardo Palmisano in questa campagna elettorale sono i diritti civili, a partire da quelli LGBT e la lotta alla mafia e al caporalato. A tale proposito Palmisano ha già pronta la proposta di istituire un fondo di garanzia per i giornalisti minacciati, grazie ai proventi che arrivano dai processi per mafia nei quali la Regione Puglia si costituisce parte civile.