Da poche ore circolano notizie sul ritrovamento del corpo di Vittorio Arrigoni. La conferma l’abbiamo avuta ora, da una delle persone che ha condiviso con lui l’esperienza dell’inferno di Gaza. Quel fazzoletto di terra dimenticato dai più, difeso da Vittorio grazie alla forza della parola, con la presenza sul campo, proprio a Gaza. Vittorio, attivista per i diritti umani, da anni impegnato per dar voce ad un popolo dimenticato, è stato l’unico giornalista occidentale a raccontare i giorni dell’Operazione Piombo Fuso. Non era solo il megafono di quell’inferno. Vittorio si è sempre battuto per difendere la vita di civili indifesi. Durante le fasi del bombardamento non ha esitato a fare da scudo umano alle ambulanze per evitare che venissero raggiunte dal fuoco israeliano.Ha viaggiato più volte sulle imbarcazioni del Free Gaza Movement per dimostrare l’assurdità dell’embargo imposto da Israele. Un embargo che, senza entrare in analisi politiche, continua a generare fame e sofferenza. Effetti che colpiscono tutti gli abitanti di Gaza, in modo indiscriminato.
Vittorio Arrigoni è morto a 36 anni. Strangolato da un gruppo di estremisti salafiti nel tentativo di Hamas di liberarlo.
Vittorio Arrigoni era una persona a noi vicina. La sua voce ci ha aiutato a comprendere l’orrore che può generare l’odio.
Vogliamo salutare Vittorio ricordando l’obiettivo della sua azione quotidiana: “Restiamo umani”.
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