Torino è aperta

Cotac

Torino è aperta. 

Siamo cittadini e cittadine, migranti, precarie e precari, persone che si sono impegnate negli anni nella lotta alla mafia, nella difesa dell’ambiente e dei beni comuni, che lottano nelle scuole e nelle università, nei luoghi di lavoro, che rivendicano i diritti di tutte e di tutti, riconoscendoci in quei  valori antifascisti, che hanno portato la nostra città ad essere medaglia d’oro della resistenza.

Oggi viviamo in una città ed una regione devastate dalla crisi economica e sociale e ne sopportiamo quotidianamente le conseguenze: la precarietà, la disoccupazione, i tagli al welfare.

Sabato 14 saremo in piazza Arbarello con gli studenti e le studentesse delle scuole di Torino per chiedere risposte da parte della Regione Piemonte, che poco ha saputo fare per rispondere alla crisi, se non tagliare la sanità, il welfare, il diritto allo studio, i trasporti, la cultura. Crediamo che il superamento della crisi significhi una società più giusta, più solidale, che consenta a tutti e a tutte di realizzare le proprie aspirazioni. Non possiamo tollerare oltre una giunta regionale chiusa in se stessa, che non sembra vedere le crisi industriali, le imprese che chiudono, la crisi occupazionale, gli studenti e le studentesse che non possono continuare a studiare. Lunedì sera, un’assemblea molto partecipata ha iniziato a costruire un percorso verso la data del 14 per chiedere le dimissioni di Cota e della sua giunta, mettendo in rete quei soggetti sociali che sentono necessario ed urgente il cambiamento nella nostra Regione e che già la scorsa settimana avevano sottoscritto l’appello Cota Rimborsaci, con il quale questo testo si pone in continuità.

Quanto accaduto questa settimana ci ha ulteriormente interrogato, confermandoci la diffusione del malessere tra la popolazione di questa città e una rabbia che in essa covava da molto tempo; contemporaneamente, gli atti intimidatori e le violenze cui abbiamo assistito non possono passare sotto silenzio e  chiedono una reazione collettiva. Inoltre, le proteste degli studenti che hanno animato la piazza in questi giorni confusi devono farci umilmente riflettere sul lavoro educativo che  portiamo avanti nelle scuole da tempo e che ci vedrà ancora impegnati nella convinzione che la costruzione di una cittadinanza attiva sia il primo fondamentale passo nella ricostruzione del tessuto sociale della nostra città, del nostro Paese.
Per tutte queste ragioni, crediamo  che ci sia la necessità di risposte complesse che cambino radicalmente l’attuale modello di sviluppo e di un movimento democratico che sappia richiedere un’uscita solidale e partecipata da questa crisi, elaborando risposte per segnare un percorso verso un cambiamento reale che passi anche attraverso il rinnovamento di una classe dirigente.

 

 

Venerdì 13 dicembre alle 18:30 parteciperemo alla fiaccolata che si svolgerà a Nichelino, per riappropriarci della città, particolarmente colpita in questi giorni da atti violenti e intimidatori.
Sabato mattina alle 9:30 saremo in piazza Arbarello, al fianco degli studenti medi, per rivendicare diritti, welfare, migliori condizioni di vita per tutte e tutti e concluderemo il nostro corteo in Piazza Castello, dove terminerà anche la manifestazione sindacale indetta da Cgil, Cisl e Uil, e dove alle 12:30 terremo un presidio davanti al Palazzo della Regione.