Sono orgoglioso di avere stretto la mano lunedì sera alla Fabbrica delle E al procuratore Caselli. L’operazione Minotauro da lui condotta ha consentito infatti di assestare un duro colpo alla ‘ndrangheta che, tra le mafie, è la più insidiosa, perché i propri affiliati sono legati tra loro da vincoli familiari difficili da recidere., La quantità di arresti, 151, mi ha impressionato. Mi ha impressionato la penetrazione a dir poco capillare nel tessuto sociale ed economico della provincia di Torino di quest’organizzazione criminale., Sono addolorato, però, per la gravità dei reati addebitati ad esponenti politici locali, come Nevio Coral a Leinì e Bruno Trunfio a Chivasso, perché è primo dovere di un politico essere esempio di legalità., Devono preoccuparci, e non poco, i rapporti opachi che sono emersi tra la ‘ndrangheta ed alcuni “pezzi” della politica torinese; e non mi riferisco certamente a stralci di intercettazioni telefoniche, che più che accusare chi era alla ricerca di voti, evidenziano piuttosto un particolare protagonismo politico di questa pericolosa organizzazione., Che Lucà e Boeti intrattenessero rapporti con il capo del “locale” di Rivoli può essere stata – come loro stessi hanno ammesso – un’imprudenza; e certamente lo è stata. Ciò che mi spaventa è la pretesa della ‘ndrangheta di partecipare alla vita politica e democratica dei nostri territori, dalla quale invece dee essere chiamata fuori, con tutte le nostre forze. E’ questo il dibattito che dobbiamo suscitare. Altro che “omissis”, come propone Andrea Giorgis. Perché in questa vicenda non si tratta soltanto di difendere i nostri compagni di partito, la cui buona fede sono pronto a riconoscere, ma di usare quest’occasione per capire dove abbiamo sbagliato. Ed io penso che non abbiamo sbagliato a difendere l’indipendenza della magistratura e mi stupisce che dentro il nostro partito di fornte ad un’operazione di questa portata si possano cercare più le eventuali responsabilità dei giudici per supposte fughe di notizie, che non le colpe della politica., Il PD deve con ancora maggiore forza denunciare l’inadeguatezza del centro destra ad assumere come faro nell’azione politica il valore della legalità. Noi dobbiamo, come ha scritto un padre nobile della sinistra torinese, Renzo Gianotti, sviluppare le narici, anziché tapparci il naso.
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