Tessere e mosaici

Mosaico 

Prendo spunto da un interessante [e condivisibile] articolo del Professor Cristopher Cepernich intitolato ‘Le lezioni del condottiero’ per provare a sgombrare il campo da alcune considerazioni sul post voto che trovo poco centrate. Per non dire vecchie. Per non dire surreali.

Il fatto certo è che “Nessuno tra i professionisti sembra capire davvero cosa stia accadendo, perché il baraccone (in)segue il racconto anziché operare con strumenti adeguati per comprendere la realtà”.

Cepernich naturalmente analizza la questione da un punto di vista strettamente comunicativo, ed alla sua analisi io vorrei aggiungere qualche nota politica.

Credo che molti stiano rispondendo a questioni mal poste.

Renzi ha preso voti a destra? Grillo ha perso voti a sinistra? Berlusconi ha perso voti al centro?

Non lo sappiamo, non lo sapremo e in ultima analisi non rileva: le prossime elezioni presenteranno un quadro del tutto nuovo perchè ormai il ritmo della politica è diverso, più veloce, quindi l’hashtag giusto è: #chissenefrega di chi ha preso voti a chi o dove li ha persi.

Il dato politico, l’unico dato incontrovertibile è quello più vecchio da quando esiste la nostra Repubblica: l’Italia non è paese da estremismi. L’elettore Italiano ama i volumi medio alti, sì, ma non quelli altissimi che lo spaventano.

E’ talmente evidente che Grillo ha spaventato quelli che lui definisce ‘pensionati’ da non meritare alcuna analisi. Così come è evidente che Renzi in quanto a intuizioni non ha sbagliato un colpo. Non uno. Grillo spaventa? Noi mettiamo sul piatto la parola ‘speranza’. Lui dice che va tutto a catafascio? Io dico che siamo bravi, che possiamo farcela. Lui va in piazza? Guarda un po’: ci vado anche io.

E non è che Grillo la lezione non l’abbia capita. E’ che non può in alcun modotrarne una lezione vantaggiosa; non può fare una campagna elettorale a toni ‘renziani’, pena la scomparsa del suo movimento.

Siamo in presenza di un quadro politico nuovo, talmente nuovo che non lo abbiamo ancora compreso.

E’ per questo che la riflessione di Cepernich dovrebbe essere lo spunto per un salutare bagno di umiltà da parte di molti tra giornalisti, analisti, commentatori e politologi.

Il dato nuovo non è il 40% del PD o il crollo di Forza Italia. Il dato nuovo è che finalmente non abbiamo ancora dati sufficienti per capire come si sta evolvendo lo scenario che abbiamo di fronte. Non sappiamo nemmeno se ha finito di evolversi, nè se finirà di evolversi per strutturarsi o rimarrà un movimento continuo, liquido, a velocità variabile ma senza sedimento.

Siamo in presenza di una cosa nuova, e per chi si occupa di queste faccende la notizia è questa; fatemelo dire: è una gran bella notizia.