“In Italia la corruzione è patologica” La Corte dei Conti lancia l’allarme

La corruzione e la frode, soprattutto nel settore dei contributi nazionali e dell’Ue, sono «patologie» che «continuano ad affliggere la Pubblica amministrazione» e i cui dati «non consentono ottimismi». A lanciare l’allarme è il procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia. Nel 2010 dalle forze dell’ordine sono stati segnalati 237 casi di corruzione (+30,22% rispetto al 2009), 137 di concussione (-14,91%), 1090 di abuso di ufficio (-4,89%). In calo, però, persone denunciate nel 2010: 709 per corruzione (-1,39% rispetto al 2009), 183 per concussione (-18,67%) e 2.290 per abuso di ufficio (-19,99%). In occasione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario della magistratura contabile, Ristuccia rileva come questa situazione diffusa di «cattiva amministrazione» generi tra i cittadini, «soprattutto nei tempi presenti di diffusa difficoltà economica», una «forte attesa di contrasto».

«Intercettazioni strumento importante»
La Corte dei Conti ha poi “bocciato” il disegno di legge sulle intercettazioni, definite come strumento investigativo «importante» per la lotta alla corruzione e il «limitarne l’uso ‘non’ appare indirizzato in tal senso». «Non appaiono indirizzati ad una vera e propria lotta alla corruzione il disegno di legge governativo sulle intercettazioni, che – spiega Ristuccia – costituiscono uno dei piu’ importanti strumenti investigativi utilizzabili allo scopo e neppure l’aver dimezzato con la cosiddetta legge Cirielli del 2005 i termini di prescrizione per il reato di corruzione ridotti da 15 a 7 anni e mezzo, con il risultato che – aggiunge il procuratore generale della Corte dei Conti – molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale, sebbene preceduta da una o due sentenze di condanna e con conseguenze ostative per l’esercizio dell’azione contabile sul danno d’immagine».

«Federalismo fiscale rischioso»
In questo cornice il federalismo fiscale rischia di aumentare la corruzione e il fisco municipale può produrre «squilibri e incertezze», secondo le parole del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino. «Il federalismo municipale può produrre squilibri in termini della dislocazione territoriale del gettito fiscale, principio cardine del nuovo assetto, e di incertezza sulla sua effettiva invarianza».

Sul federalismo fiscale in generale è intervenuto anche il procuratore generale, Mario Ristuccia, affermando che «ci si interroga in termini dubitativi se, in tema di federalismo fiscale, il decentramento della spesa pubblica possa contribuire a ridurre la corruzione aumentando l’accountability delle Pubbliche Amministrazioni rendendo più diretta la relazione fra decisioni prese e risultati conseguiti, ovvero possa avere l’effetto contrario e aumentare la corruzione quando la vicinanza a interessi e lobbies locali favorisca uno scambio di favori illeciti in danno alla comunità amministrata».

Nel dettaglio, il presidente della Corte dei Conti Giampaolino ha giudicato positivamente il conferimento di beni dallo Stato alle amministrazioni locali, affermando che “uno dei benefici maggiori attesi dal conferimento” sia “quello connesso alla possibilità di ottenere una migliore redditività dal patrimonio trasferito e la Corte” pur rilevando come la dimensione dei beni da trasferire “sia di fatto contenuta”. Due sono gli effetti positivi del provvedimento: da un lato “offrire un volano finanziario per specifici interventi di riqualificazione del territorio” e dall’altro “rappresentare una importante opportunità per rivedere e potenziare le possibilità di utilizzo di un patrimonio spesso trascurato o messo a reddito in maniera inadeguata”.

Sanità, malaffare e cattiva gestione
Il vice procuratore generale, Roberto Benedetti, ha poi analizzato la situazione della sanità, un settore «nel quale si intrecciano con sorprendente facilità veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattive gestioni talvolta favorire dalle carenze del sistema dei controlli». Benedetti ricorda che l’insieme delle pronunce emesse dalla magistratura contabile nel corso del 2010 ha comportato condanne per un importo complessivo di 60 milioni per i giudizi di responsabilità cui si aggiungono altri 200.000 euro per i giudizi di conto. Gli importi più rilevanti si sono registrati nel Lazio, seguito da Piemonte e Sicilia.

Tra le tipologie esaminate: irregolari conferimenti di incarichi, irregolare gestione del personale; illegittimo utilizzo di medici, ecc. L’importo complessivo di danno erariale contestato ammonta a circa 254 milioniin gran parte concentrato nella regione Lazio (130 milioni) e questo per «frodi nella gestione di case di cura convenzionate per irregolari erogazioni di prestazioni abilitative». E ancora criticità si segnalano per i finanziamenti comunitari: gli importi indebitamente erogati e da recuperare nei vari settori di intervento – si segnala – erano al 31 dicembre 2009 pari a oltre 1 miliardo di euro. Il 27% in agricoltura.