Considerazioni di Davide Mattiello sull’incontro di Benvenuti in Italia con Fassino


Ieri sera è stato come un mazzo di rose:
bello, importante, con le spine.

A Settembre abbiamo preso degli impegni con noi stessi e con Torino:
non saremmo diventati una lista civica, ne’ avremmo dato la scalata ad un partito, ne’ saremmo stati il comitato elettorale per qualche nostro campione.
Perchè questi 3 no? Per pavidità? Per ingenuità? Per miopia?
No: per senso di responsabilità.
Prima di tutto verso le organizzazioni che amiamo, che facciamo e che rappresentiamo.
In questa fase storica difficile di crisi radicale della politica e prima ancora della cultura, sapevamo che una forzatura, una scorciatoia avrebbero spaccato e non unito, respinto dall’impegno politico ancora una volta, anzichè coinvolto. Sarebbero state percepite come l’ennesima fuga in avanti personalista, violenta.
E poi verso la nostra Città.
Perchè è di Torino che parliamo (non di Milano, non di Napoli).
Una Città del cui governo diffuso facciamo parte e da protagonisti da almeno 20 anni.
Una Città che ha bisogno di innovare con coraggio, ma senza rinnegare il percorso fatto fin qui. Perchè è stato anche il nostro.
Una Città che non ha ancora rinnovato il ciclo della propria classe dirigente, ma che ha molti giovani amministratori già impegnati e bene, che vanno piuttosto stimolati e accompagnati.
Abbiamo provato a spiegare queste ragioni agli amici.
Qualcuno ci ha capito, qualcuno no. Auguriamoci: non ancora.
Ma noi abbiamo da allora semplicemente tenuto fede a questi impegni.
La serata di ieri 5 Aprile segna una tappa importante di questo percorso.
La sala gremita, la presenza significativa di molti dirigenti delle organizzazioni cui fa riferimento Benvenuti in Italia, il grado di consenso per le 8 candidature portate dicono della bontà del lavoro che faticosamente abbiamo fatto in questi mesi.
Un lavoro paziente e generoso, caratterizzato anche dalle 5 priorità individuate attraverso il dibattito e l’ascolto. Cinque priorità vere e non scontate nel programma di governo della Città e soprattutto 5 priorità sulle quali BIT continuerà a vigilare e per le quali continuerà ad essere strumento di stimolo e di attuazione.
Le 8 candidature ci entusiasmano?
Non tutte, certo. La questione della composizione delle liste posta a Fassino è rimasta, in cauda venenum, ad amareggiare il confronto.
Ma non è con l’entusiasmo che dobbiamo misurare il grado di soddisfazione per queste candidature. Piuttosto con la disponibilità concreta alla partecipazione da qui in avanti (come bene ha sottolineato George).
Non cerchiamo candidati in cui identificarci, ma con i quali discutere e se del caso litigare. Questi 8 a cominciare da Piero Fassino lo sono e l’hanno dimostrato.
Andiamo avanti.

Sapendo che il progetto Benvenuti in Italia è più complesso e non si esaurisce alla pur importante questione delle elezioni amministrative.
BIT è la costruzione della Fondazione attraverso l’autofinanziamento, il consolidamento della proposta culturale attraverso la Scuola di Politica, l’efficacia dell’azione pubblica attraverso le Campagne che abbiamo deciso e decideremo di sostenere e di promuovere.

Grazie a ciascuno di noi.
Davide