Cantieri aperti nelle scuole chiuse

Oggi, 22 aprile 2020, a 5 mesi dal 22 novembre: Giornata Nazionale per la sicurezza nelle scuole, insieme alle associazioni ACMOS (Torino), Get Up (Udine), Le Discipline (Firenze), L’egalitè Sarzana (SP), Movimento di Volontariato Italiano, RIME (Trieste), Share (Foligno)Sermais (Novara) e 21 Marzo (Verbania), abbiamo scritto al governo per chiedere che l’emergenza Coronavirus sia l’occasione per aprire i cantieri per la messa in sicurezza e ristrutturazione straordinaria negli edifici scolastici, ormai vuoti. Per questo motivo è stato inviato un documento alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, alla Vice Ministra Anna Ascani e altri membri del Parlamento e del Governo, competenti in materia.

Le scuole del nostro Paese non sono luoghi insicuri a causa dell’espansione del virus, ma sono luoghi insicuri prima di tutto per l’inadeguatezza di troppe strutture. Si legge nel documento, che propone un piano in 10 punti affinché, al rientro a scuola, gli studenti trovino ad attenderli degli spazi consoni a far vivere loro in piena sicurezza la vita scolastica.

1. Rifondare la sicurezza delle scuole a partire dalle mura, attivando subito i progetti già stilati nell’anagrafe dell’edilizia scolastica e utilizzando una parte del debito che l’Italia sta contraendo per la messa in sicurezza, modernizzazione e innovazione degli edifici scolastici

2. Colmare il digital divide, affinché la didattica a distanza non si trasformi in distanza dalla didattica per i bambini e i ragazzi con disabilità; in condizione di povertà economica, educativa o marginalità sociale; i minori stranieri non accompagnati e i minori segnati dall’epidemia

3 . Raggiungere gli invisibili, ovvero la popolazione scolastica reclusa, che, al momento, spesso non ha a disposizione alcuno strumento per proseguire la didattica

4. Proteggere i dati degli studenti, investendo nell’open source. La didattica a distanza, infatti, si articola per mezzo di piattaforme di proprietà delle multinazionali leader della rete e questi strumenti, gratuiti, rischiano di divenire bacini di dati sensibili degli studenti, anche minorenni, utili per essere commercializzati, dopo la cosiddetta profilazione.

5 . Ampliare l’offerta formativa e media education, investendo sull’attivazione di percorsi obbligatori di alfabetizzazione civica, digitale e mediatica per le scuole di tutti gli ordini e grado e di educazione su temi quali cyber-bullismo, fake news e hate speech

6 . Potenziare le attività di contrasto alla dispersione scolastica e di promozione della partecipazione e del benessere, anche psicologico, degli studenti. Ampliando le risorse in dotazione al Fondo per la lotta alla povertà educativa. Specifiche attenzioni devono essere rivolte anche al mondo della formazione professionale

7 . Valutare le competenze informali che gli studenti hanno maturato nei mesi di didattica a distanza

8. Formare e valutare gli insegnanti e il personale non scolastico sulle metodologie didattiche per l’apprendimento a distanza

9 . Attuare strumenti digitali atti a rendere possibile l’aggiornamento delle graduatorie dei supplenti per il prossimo anno scolastico

10. Aprire la scuola a soluzioni innovative, sfruttabili fin da ora e operative da settembre. Come la strutturazione delle lezioni in più cicli; ingressi sfalsati; presenza in aula alternata a connessione da remoto ecc

Il governo, tramite la Segreteria della Vice-Ministra Anna Ascani, ha risposto al nostro appello

 

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