Utoya: we shall overcome

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Tre anni fa la strage di Utoya: giovani martiri del sogno europeo. In 69 persero la vita e almeno altri 60 rimasero feriti, colpiti dalla furia omicida di un estremista di destra, del quale non vale la pena ricordare il nome. Vale la pena invece rammentare che furono uccisi mentre stavano vivendo un campo di formazione sull’isola di Utoya, vicino ad Oslo, punto di riferimento da anni della gioventù laburista norvegese.

Vale la pena tenere a mente che la ‘colpa’ di questi ragazzi fu quella di credere in un futuro di laicità, pluralismo, inclusione. Quel sogno universalista che vuole gli esseri umani appartenenti tutti alla medesima comunità, prima che a qualunque altro recinto nazionale, etnico, religioso. Quel sogno continuamente fatto a pezzi da chi, cercando a tutti i costi un nemico, trova il modo per dividere, confliggere, fare affari. Se Auschwitz ci spiega perché abbiamo fatto l’Europa, Utoya, come Srebrenica, come Lampedusa, come Kiev, ci spiegano perché dobbiamo farla meglio di così. La nostra generazione deve costruire gli Stati Uniti d’Europa.

 

Davide Mattiello, presidente Benvenuti in Italia, Deputato indipendente PD