Tra sacro e profano

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La storia delle religioni come strumento per un’educazione alla cittadinanza plurale e inclusiva

Il 25 Ottobre 2013, presso la sala Mercede della Camera dei deputati, alunni e docenti di alcune scuole medie e elementari di Roma,  rappresentanti di associazioni e istituzioni sono stati i veri protagonisti della giornata conclusiva del progetto “Corpi tra sacro e profano”, coordinato da UVA-Universolaltro e BIT (Benvenuti in Italia).

La giornata, pensata come incontro e discussione sulle buone pratiche educative in una società pluralista e aperta alle differenze, ha rappresentato l’ultima fase di un progetto sperimentale che ha visto coinvolti tre Istituti (scuole medie ed elementari),  circa 210 alunni; quindici insegnanti della scuola primaria e delle medie; venticinque esperti per la formazione degli operatori; dieci tra operatori e volontari.

Il progetto, sostenuto dal Dipartimento del consiglio dei Ministri per le Pari Opportunità, dal titolo “Corpi tra sacro e profano. Educazione alla cittadinanza attraverso la storia delle religioni nella scuola”, è stato ideato dall’associazione UVAuniversolaltro, associazione di studenti e studiosi di discipline storico religiose formati nelle Facoltà statali italiane e dediti a diffondere pratiche di inclusione sociale attraverso la conoscenza delle differenze culturali e religiose presenti in Italia. 

La giornata ha avuto l’obiettivo di presentare il lavoro svolto nelle scuole, i risultati ottenuti, dare spazio e modo alle scuole coinvolte di esprimere le proprie impressioni sui contenuti e metodologie del progetto e infine, premiare le scuole per la sensibilità mostrata ai temi del pluralismo religioso. I lavori si sono aperti con il saluto di benvenuto dei rappresentanti delle due associazioni promotrici della giornata, l’associazione ideatrice UVAuniversolaltro e la Fondazione Benvenuti in Italia, rappresentata dal suo presidente On. Davide Mattiello. Sono poi intervenuti dimostrando attenzione e adesione ai propositi del progetto  il dott. Luca Giansanti, consigliere comunale romano eletto nelle file della Lista Civica che alle ultime elezioni amministrative sosteneva l’attuale sindaco di Roma Ignazio Marino e la Dott.ssa Laura Barbieri, delegata del Dipartimento per le Pari Opportunità.

Oltre ad aver portato il saluto del sindaco Marino, Giansanti ha invitato i promotori del progetto a coinvolgere il Campidoglio per altre iniziative dall’analogo intento di formazione e educazione all’accoglienza, dichiarando disponibili le sedi istituzionali della Capitale ad aprirsi alle scuole e ai giovani studenti.

I lavori della Giornata sono stati avviati dalla proiezione di un breve video documentario dei laboratori didattici, per poi lasciare la parola alla rappresentante dell’associazione UvaUniversolaltro, Dott.ssa Federica Candido, che ha tracciato un quadro degli obiettivi del progetto e delle fasi di attuazione. La finalità del progetto era e rimane quella di offrire agli alunni delle scuole romane di periferia (in senso fisico e metaforico) gli strumenti conoscitivi e critici per approcciare alla diversità culturale senza stereotipi, tagliando alla radice possibili situazioni di razzismo, xenofobia, o emarginazione, in particolare nei confronti delle scelte femminili, come ad esempio l’adozione del velo islamico; inoltre il progetto intendeva sensibilizzare le scuole ad informarsi e formarsi circa le questioni legate all’integrazione culturale, con particolare attenzione alle tematiche del pluralismo religioso e alle tematiche di genere. Il progetto ha dunque proposto percorsi laboratoriali a 12 classi elementari e medie delle scuole per un’introduzione al concetto di pluralismo culturale e religioso e alle sue manifestazioni nella società italiana, dedicando particolare attenzione al ruolo della donna. La prima fase di attuazione è consistita in un intenso periodo di formazione degli operatori didattici che, a stretto contatto con la responsabile scientifica del progetto, la Dott.ssa M. Giorda (Università di Torino), e alcuni docenti dell’Università Sapienza di Roma e Roma Tre, attraverso lezioni, studio individuale e in équipe, incontri e workshop di verifica, hanno approfondito i temi del progetto giungendo a produrre dei moduli didattici.

La seconda fase ha visto coinvolte le scuole che hanno accolto i laboratori: la scuola Manin-Di Donato all’Esquilino, la scuola C. Pisacane a Torpignattara, e infine la scuola P. Neruda a Casal del Marmo. Gli operatori hanno preso contatto con i docenti interessati al progetto, si sono confrontati con loro sui contenuti e sui metodi al fine di concordare in maniera adeguata l’avvio delle attività didattiche. L’ultima fase di questo anno intenso è stata dedicata alla revisione e alla discussione  del progetto  con tutti i soggetti coinvolti e alla disseminazione dei risultati (il convegno finale, infatti, è stato concepito come una presentazione dei risultati e, al contempo, come uno spazio di confronto e di relazione sui metodi e sulle proposte).

Proprio in quest’ottica di confronto s’incardina l’intervento di una docente coinvolta nel progetto, la maestra Miriam Iacomini, che ha presentato un report delle attività svolte nella propria classe. L’insegnante dopo aver dettagliatamente illustrato i contenuti affrontati, gli strumenti didattici, ha sottolineato la disponibilità degli operatori a entrare in connessione con le esigenze del gruppo-classe e a modulare su queste il percorso laboratoriale grazie allo spiccato carattere interdisciplinare dei contenuti del progetto. Le principali criticità sul progetto “Corpi tra sacro e profano” scorte da Miriam Iacomini sono la scarsa disponibilità di ore di didattica (circa 10 ore) e l’estrema difficoltà incontrata nel coinvolgimento organico e partecipativo di tutti gli insegnanti della classe. La commistione di questi due fattori ha reso più difficoltoso il passaggio relativo alla sedimentazione dei contenuti del progetto all’interno del  percorso educativo della classe tutta.

Infine il professor Sergio Botta, storico delle religioni dell’Università la Sapienza di Roma, ha ricordato i dibattiti e sforzi accademici, le sperimentazioni già avviate nel passato per un’introduzione nella scuola dei saperi e metodi delle discipline storiche religiose come affermatesi nelle università pubbliche. L’evidenza in questo momento storico della mutata composizione della società, non più compattamente monolitica sotto il profilo culturale e religioso, obbliga oggi, secondo il docente, a considerare seriamente l’opportunità di attingere dai saperi storici sulle religioni per offrire strumenti cognitivi per vivere bene e meglio dentro il pluralismo.

La mattinata si è conclusa poi con la consegna di attestati di partecipazione alle scuole coinvolte, e la premiazione di tre classi vincitrici del concorso d’idee sui temi del progetto. Sono stati consegnati premi composti da libri, documentari e film sui temi affrontati dai laboratori, strumenti che resteranno alle scuole come ausili didattici. 

Il pomeriggio è stato , invece, dedicato ad una discussione più teorica e metodologica rispetto alla sperimentazione del progetto. Il dibattito ha coinvolto come relatori la prof.ssa M. Giorda, storica delle religioni dell’Università di Torino che ha al suo attivo numerose sperimentazioni di didattica di storia delle religioni nelle scuole; Valeria Fabretti, sociologa dell’Università di Roma Torvergata impegnata nel relativo centro di studio e ricerca per il monitoraggio del ruolo delle religioni negli spazi pubblici; e l’onorevole Davide Mattiello da decenni dedito ai temi dell’accoglienza e dell’integrazione. Quest’ultimo, facendo riferimento a degli episodi emblematici come il dramma di Utoya e quelli di Lampedusa, ha ricordato quanto ci sia ancora da fare per educarci tutti a una cultura dell’accoglienza e dell’apprezzamento maturo delle differenze: si tratta di un’emergenza politica che obbliga a riflessioni e scelte pratiche responsabili per evitare scenari di scontri e guerre sociali. Valeria Fabretti ha dedicato un focus alla discussione della nozione di società post-secolare per tentare di inquadrare l’orizzonte in cui muoversi, un orizzonte laico ma capace di connettersi con le esigenze di riconoscimento identitario del singolo credente e di impegno attivo delle varie comunità religiose rispetto agli ambiti del sociale e politico. La domanda di fondo sul ruolo delle religioni nelle istituzioni pubbliche ha sviluppato parallelamente una riflessione sul tipo di laicità post-secolare capace di creare lo spazio per una convivenza di non mera tolleranza ma riconoscimento e partecipazione attiva al progetto comune della società del futuro. Ha moderato la discussione la portavoce dell’associazione UVAuniversolaltro Beatrice Nuti, legando gli interventi in maniera coerente con i lavori della mattinata e con le attività e le scelte teoriche dell’associazione, introducendo infine alla discussione i rappresentanti presenti in sala di varie realtà associative interessate ai temi trattati, prima fra tutte l’Associazione 31 Ottobre, dando il via alla discussione comune.  

 

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