Sicurezza nelle scuole: bilancio sempre negativo

di Camilla Cupelli

A distanza di tre anni dal crollo di un soffitto del liceo Darwin di Rivoli, da quel 22 novembre 2008 in cui perse la vita il giovane Vito Scafidi e alcuni suoi compagni rimasero feriti, il problema della sicurezza nelle scuole risulta sempre più centrale per i bilanci delle amministrazioni. Tema che ha trovato spazio nel dibattito pubblico dopo la sentenza del crollo del liceo di Rivoli che ha fissato nell’opinione pubblica un dato: il 22 novembre del 2008 non si è assistito ad una “tragica fatalità”. Nonostante l’assoluzione di sei imputati, rimane la condanna di primo grado a 4 anni di reclusione per Michele Del Mastro, funzionario della provincia per la sicurezza nelle scuole. L’obiettivo di garantire la sicurezza degli alunni non si conclude nelle aule di un tribunale, ma prosegue grazie all’impegno della famiglia Scafidi, in prima linea in questa battaglia

 

Ciò che avvenne quella mattina autunnale era evitabile. Il crollo è arrivato come conseguenza di una serie di mancanze e negligenze che hanno portato alla condanna di primo grado per omicidio colposo.

La situazione a livello nazionale è critica: secondo stime della protezione civile dello scorso anno, per mettere in sicurezza tutti gli edifici della nazione occorrerebbero 13 miliardi di euro; in base alla relazione dellaCommissione Parlamentare d’inchiesta su lavoro e morti bianche il 40% degli istituti scolastici sono esposti ad elevato rischio sismico e il 7% ad elevato rischio idrogeologico. Tutti dati confermati dalle devastazioni dell’ultimo periodo nelle zone colpite da alluvioni e terremoti.

Dei finanziamenti nazionali stanziati per l’edilizia scolastica una cifra pari a 30 milioni è già stata persa dalla regione Piemonte per mancanze organizzative. Quella ora accessibile di 11,5 milioni di euro dovrebbe essere destinata per quest’anno al nostro territorio. La decisione pare non tener conto però delle peculiarità territoriali: i 18 miliardi in uscita dalle casse dello Stato sono stati suddivisi tra le diverse regioni senza considerare le esigenze specifiche delle diverse zone. Le decisioni prese il 2 giugno dalle Commissioni Parlamentari Bilancio e Cultura in sede congiunta non hanno rispettato le graduatorie regionali: questa è la denuncia del parlamentare Esposito e del consigliere del regionale Placido, entrambi del Pd. Nel dubbio su quale dei due enti debba prevalere, tra regioni e commissioni governative, quei soldi sono ancora nelle casse di Roma.

 

È anche Francesco de Sanctis, direttore dell’ufficio regionale del Piemonte per la sicurezza nelle scuole, ad affermare che i soldi stanziati dal governo – dei quali una buona parte è destinata alla ricostruzione delle scuole in Abruzzo – secondo il DL 39/2009 – a segnalare il problema. Quegli 11,5 milioni sopra citati rientrerebbero dunque in questa manovra, ma sarebbe inammissibile non rispettare la graduatoria regionale, che in Piemonte ha visto impegnarsi non solo il Consiglio Regionale ma anche uno specifico Osservatorio che ha accuratamente segnalato problematiche e necessità specifiche del nostro territorio.

Il 24 ottobre il ministro Gelmini ha però reso noto un decreto dell’11/10/2011 del Miur che prevede lo stanziamento di 9,6 milioni di euro per la messa in regola degli edifici scolastici a chi ne faccia specifica richiesta entro il 23 novembre, così ripartiti tra scuole pubbliche statali dell’istruzione prescolastica, dell’istruzione primaria, dell’istruzione secondaria di primo grado e dell’istruzione secondaria di secondo grado: rispettivamente, euro 1.063.009,37, euro 3.285.669,84, euro 2.222.658,16, euro 3.092.395,62. Aiuto che serve però soltanto a cofinanziare progetti con gli Enti locali, fino ad un massimo di 300 mila euro. Anche per questo il 27 settembre è stata una data decisiva: davanti al Consiglio Regionale piemontese, che quel giorno avrebbe dovuto discutere proprio dei bilanci per la messa in regola degli edifici scolastici, c’è stato un presidio organizzato da Benvenuti in Italia al quale ha partecipato la mamma di Vito Scafidi, Cinzia, per chiedere nuovamente l’attenzione dovuta. Il Consiglio ha approvato all’unanimità una mozione che censura le modalità di assegnazione dei fondi ministeriali presi dalle Commissioni di cui sopra, stoppandone di fatto l’erogazione. Forse non era questo l’intento di Placido ed Esposito, ma al momento i fondi non sono ancora giunti nelle casse della regione. E gli interventi per la messa in sicurezza delle scuole, naturalmente, rimangono solo sulla carta.