Melfi: sconfitta per il modello Marchionne

Lontano dal tavolo di negoziato di Roma, l’articolo 18 torna ugualmente al centro dell’attenzione dopo la sentenza emessa ieri dalla Corte d’appello di Potenza, che ha accolto il ricorso della Fiom per i tre operai licenziati nell’estate del 2010. “In Italia, per fortuna, c’è una giustizia che ogni tanto riesce a svolgere il suo compito in piena autonomia dai poteri forti – scrive oggi sul Manifesto Loris Campetti -. La Fiat va sicuramente annoverata trai poteri furti visto che orienta i governi, divide i sindacati e il centrosinistra e decide il vertice di Confindustria pur essendone uscita. La forza indiscussa di Sergio Marchionne non è riuscita però a piegare la Corte di Potenza che ieri ha condannato la multinazionale italo-americana per antisindacalità”.

Per il Manifesto, la sentenza per gli operai di Melfi ha un valore generale straordinario, “anche se non è la prima che deve digerire Marchionne. A Mirafiori un impiegato, naturalmente della Fiom, ingiustamente licenziato ha vinto in tre livelli di giudizio e ha mantenuto il suo posto di lavoro. Sempre a Torino un altro giudice ha condannato per antisindacalità la Fiat per le discriminazioni del modello Pomigliano ai danni della Fiom, a cui è impedita l’attività sindacale con la motivazione che non ha firmato l’accordo ricatto di Marchionne”.

Ma la sentenza di Potenza è, sempre a giudizio di Campetti, “anche la risposta più netta a tutte le chiacchiere in libertà contro lo scandaloso articolo 18, che impedirebbe l’assunzione di giovani e l’insediamento di aziende straniere”.  Poi il giornalista del Manifesto cita Alberto Piccinini, uno dei legali della Fiom, il quale precisa che “il reintegro è stato chiesto e ottenuto per antisindacalità e non impugnando l’art. 18, ma è ovvio che anche in questo caso è proprio la reintegra l’aspetto più importante della sentenza, e il reintegro è a fondamento dell’art. 18”.

Non è un caso, dunque, che il Corriere della Sera, definisca la sentenza di ieri, utilizzando le parole del segretario generale della Fiom Maurizio Landini, non una vittoria contro il nuovo modello Fornero, ma “contro il nuovo modello Marchionne”. Lo stesso Landini, interpellato da Federico De Rosa, dopo aver espresso tutta la sua soddisfazione per la decisione della Corte d’assise di Potenza, è tornato a denunciare “gravi atti di discriminazione contro i nostri iscritti e i nostri delegati in tutti gli stabilimenti del gruppo”.

Fonte: Rassegna.it