Roma 2013: Paolo Pascucci, uno di noi.

Pascucci

Campagna elettorale chiusa: come hai vissuto questa esperienza?

Cominciamo col dire che è la prima volta che vivo l’esperienza di una campagna elettorale. Il mio rapporto con la politica, fino ad un mese fa, si era limitato all’attività che porto avanti con l’associazione UVA universolaltro. Fare progetti di educazione alla cittadinanza attraverso la storia delle religioni nelle scuole italiane significa fare politica nel senso più vero e puro del termine, ovvero “l’attività di chi partecipa attivamente alla vita pubblica dello Stato”. 
Ho accettato la candidatura perché le condizioni che si presentavano erano talmente ottimali che non penso una simile occasione si ripeterà in tempi brevi. Da una parte la mia candidatura all’interno di una lista civica, dall’altra il fatto che a candidarsi alla carica di sindaco di Roma fosse proprio Ignazio Marino, persona che in tempi non sospetti aveva dimostrato interesse nei confronti del lavoro che porto avanti con l’associazione. La mia candidatura insomma, che riguarda la mia persona e non l’associazione di cui faccio parte, non comprometteva la mia libertà, condizione fondamentale senza la quale non avrei accettato.
Comunque, nonostante sia stata per me la prima volta, penso di aver fatto un buon lavoro.
Sono molte le persone e le associazioni interessate alle nostre attività, la parte difficile era riuscire a catalizzare la loro attenzione verso la mia candidatura. Il programma politico elaborato insieme ai miei colleghi ha fatto il resto; le proposte che abbiamo elaborato non sono il frutto di idee teoriche, ma sono la proiezione del lavoro che portiamo avanti da anni, come i progetti con le scuole e il monitoraggio all’interno degli ospedali. Penso anche alla proposta di attivare l’attività didattica alternativa all’ora di religione negli istituti scolastici di Roma, che si basa sulla buona pratica dell’esperienza torinese portata avanti dalla prof. ssa Mariachiara Giorda.
Sono molto soddisfatto delle numerose risposte positive che ho ricevuto. Diverse associazioni hanno deciso di appoggiare la mia candidatura e questo è già di per se un ottimo risultato. Indipendentemente dall’esito finale questa è stata l’occasione di allargare la rete sociale di cui facciamo parte ad altre realtà con cui condividiamo le stesse speranze per il nostro futuro.
 
Cosa ti aspetti dai primi 100 giorni, in caso di vittoria di Marino?

Ignazio Marino ha affermato più volte che nei primi 100 giorni di governo chiuderà al traffico Via dei Fori Imperiali in modo da consentire il transito solamente ai pedoni, alle biciclette e ai mezzi pubblici.
Roma deve tornare ad essere capitale della cultura e valorizzare il patrimonio storico della città è il primo passo verso il suo rilancio.
In caso di vittoria, sarà il primo importante banco di prova per il nuovo sindaco e l’occasione per vedere se la fiducia che abbiamo riposto in lui sia stata ben spesa.

In caso tu venga eletto, quale sarà la tua prima azione per la città?

Uno dei punti del mio programma politico è la creazione di un coordinamento tra le diverse associazioni impegnate sul territorio di Roma a promuovere il dialogo tra le diverse culture di cui si compone la città. Sono tantissime le realtà che ogni giorno, tra mille difficoltà, portano avanti il loro lavoro, spesso con spirito di volontariato. Come prima azione mi propongo di individuare le associazioni da inserire all’interno di questo coordinamento per dare voce al loro lavoro e supportarle per quanto sarà possibile. La giunta Alemanno aveva chiuso l’esperienza della consulta delle religioni, voluta dall’ex sindaco Veltroni, un coordinamento che riuniva sotto di se diverse confessioni religiose acattoliche presenti a Roma. Il mio progetto è creare un coordinamento che non comprenda solamente le comunità religiose, ma che includa anche tutte quelle realtà che si impegnano per favorire l’inclusione sociale dei tanti cittadini immigrati che spesso non hanno voce all’interno della vita politica e culturale italiana.