Regionali in Sicilia

Un articolo di Andrea Zummo – E la Sicilia par voltare pagina, tra mille ancestrali contraddizioni. Le elezioni regionali di domenica, dopo le dimissioni anticipate di Raffaele Lombardo, hanno avuto un esito complesso, i cui strascichi saranno ancora da definire nei giorni prossimi. Ha vinto Rosario Crocetta, combattivo ex sindaco di Gela ed eurodeputato, dichiaratamente antimafia, con il 31% dei voti, sostenuto da Pd e Udc. Il centro destra si è frantumato, con il candidato Pdl, Nello Musumeci, che strappa il 25% (con un Pdl al minimo storico) e il candidato centrista-autonomista Miccichè che arriva quasi al 20% delle preferenze. Bel risultato per il Movimento a 5 stelle, che è il partito più votato e guadagna ben il 18% dei consensi. Dato clamoroso e inquietante, oltre il 52% di elettori non si è recato alle urne: un astensionismo del genere è un record negativo impressionante.

Gli scenari ora sono tanti e quasi nessuno sarà indolore. A Crocetta non bastano i voti della sua alleanza elettorale, per avere una maggioranza stabile dovrà trovare un accordo adesso. Sì, ma con chi? Con l’ex berluscones Miccichè (anche ex sottosegretario e consumatore di cocaina a Montecitorio), autonomista e battagliero? Con il suo più diretto avversario Musumeci, creando una grande coalizione, che del resto sosteneva le ultime giunte Lombardo, nella disapprovazione generale di molti elettori del Partito Democratico? Con i grillini, grandi accusatori proprio dell’inciucio Pd-Pdl?

Non certo con la sinistra radicale (Sel e Idv), che resterà fuori dall’assemblea regionale non avendo passato lo sbarramento (come FLI). Crocetta si dice disposto a dialogare e a trovare l’appoggio sui provvedimenti, delle persone oneste e di buona volontà, elette in queste consultazioni. Di certo la strada è in salita. Un elettore su due che non ha votato (46 detenuti in tutte le carceri hanno esercitato il diritto di voto), è un dato micidiale, che conferma una tendenza nazionale e sottolinea un elemento: nemmeno Grillo recupera i voti degli indecisi o rassegnati!

Il Pdl, invece, esce con le ossa rotta, dopo anni di dominazione incontrastata e lontano dai fasti del 2001 quando conquistava 61 collegi su 61, nelle elezioni regionali. Chissà se questo voto non avrà ripercussioni nazionali sul centro destra, con una leadership di Alfano in grave affanno e un Berlusconi ritornato ai deliri di onnipotenza e assediato dai processi.

A sinistra del Pd si certifica la morte di qualunque federazione progressista, con il tentativo di Claudio Fava, poi passato a Giovanna Marano, fallito miseramente.

Crocetta ha parlato di svolta epocale, evocando la presa della Bastiglia: non si tratta, ha detto, di una rivolta, ma di una rivoluzione. Così dissero a Luigi XVI, svegliato di notte, per l’inizio della rivoluzione francese: ed era vero, tutto dopo sarebbe stato diverso, non solo in Francia. Lo speriamo con tutto il cuore per la Sicilia e facciamo tanti auguri a Rosario Crocetta. Qualche ombra lunga però, tipicamente siciliana e gattopardesca, resta sullo sfondo. Staremo a vedere!