Ieri sera abbiamo presentato il quarto quaderno di Benvenuti in Italia ai ragazzi della Mensa Liberata, a Torino. La Mensa è diventata il simbolo della protesta studentesca contro i tagli indiscriminati che la Giunta Regionale ha operato sull’istruzione della nostra Regione.
Dalle note vicende dell’EDISU fino alle borse di studio, la nostra Università sta diventando sempre più periferica e mortificata.
Il titolo del quaderno è ‘Benvenuti in Piemonte, cuore euromediterraneo’, (Potete scaricarlo CLICCANDO QUI), ed è diviso in due parti: una parte contiene le valutazioni sull’operato della Giunta Cota, (sapete bene cosa ne pensiamo) mentre la parte ‘costruens’ riguarda le riflessioni che abbiamo fatto per immaginare ed iniziare a costruire la Regione che vogliamo: un Piemonte aperto e convintamente Europeo.
Francesco Regalzi, del nostro Comitato Scientifico, ha così illustrato i temi del quaderno, ponendo le basi della discussione che naturalmente, visto il luogo in cui l’incontro si è svolto, non poteva che avere come centro il diritto allo studio e la situazione della nostra Università.
Dopo l’introduzione di Francesco, ha preso la parola Marco Viola, già Rappresentante degli Studenti nel Senato Accademico dell’Università di Torino e autore di uno degli articoli del nostro Quaderno; con lui abbiamo parlato di diritto allo studio, dei clamorosi vuoti normativi che hanno permesso la mortificazione completa di una intera generazione di studenti universitari. Le voci di protesta per i tagli della giunta Cota si sono levate da più parti: dal movimento dei borsisti, che ha dato vita a innumerevoli cortei e catturato l’attenzione dei media locali alle varie rappresentanze studentesche.
L’impressione però è che manifestare, organizzare cortei e dare vita ad iniziative meritorie come la Mensa Liberata non siano ascoltate e vengano bollate da questa giunta quasi come atti inconsulti.
Le solite motivazioni da ‘coperta troppo corta’ però non bastano a giustificare una serie di tagli orizzontali che stanno anticipando i tempi addirittura sul precariato, come a dire: tanto domani sarete precari nel mondo del lavoro: abituatevi all’idea di esserlo anche come studenti.
A questa idea i ragazzi della Mensa Liberata non vogliono dare ascolto.
Noi nemmeno.