Processo Amiat: grande assente la città di Torino

 

Le porte dell’aula 44 di Palazzo di Giustizia a Torino oggi, 12 gennaio, si sono aperte per il processo Amiat, l’azienda multiservizi municipalizzata torinese operante nel settore dell’igiene ambientale. La vicenda processuale riguarda l’ex vice presidente della stessa, Raphael Rossi, che nel 2007 si oppose all’acquisto tanto costoso — quattro milioni di euro — quanto inutile di un macchinario. Al suo diniego, Rossi si è visto avanzare delle mazzette, con l’intento di fargli cambiare idea. Un’istigazione alla corruzione — questo uno dei due reati di cui i quattro imputati sono accusati, insieme alla turbativa d’asta — che è stata denunciata dall’ex vice presidente della società: la Procura ha aperto un fascicolo sulla vicenda, Raphael Rossi si è trasformato in agente provocatore (fingendo di accettare la proposta) agevolando le indagini, ma di fatto è stato licenziato dall’Amiat.

Questa mattina Rossi era seduto in aula. Il suo avvocato Roberto La Macchia ha avanzato la richiesta del suo assistito di costituirsi parte civile sia per il reato di istigazione alla corruzione (derubricato il reato di corruzione) sia per la turbativa d’asta. Anche la società stessa, lamentando un danno d’immagine, ha chiesto di costituirsi parte civile; una posizione che invece ha ritirato il comune di Torino, nonostante con una delibera consigliare avesse espresso la volontà non solo di prendere parte al processo in quanto parte civile, ma di garantire a Rossi la copertura delle spese legali.

La difesa degli imputati ha in maniera compatta presentato le eccezioni in merito a questi aspetti. Il prossimo 19 gennaio, alle 11, la Corte si riunirà nuovamente, pronunciandosi innanzitutto sull’ammissibilità delle prove e sulla costituzione delle parti civili. 

articolo di Marika Demaria