Le parole del PD: Europa e Immigrazione

Articolo di Marco Stranisci

 

Continua il nostro approfondimento sulle parole del Partito Democratico. Con questo articolo analizziamo 11 discorsi, rispettivamente di Veltroni (3), Bersani (4) e Renzi (4), concentrandoci su come e quanto questi tre segretari del PD abbiano parlato di due temi:

  1. Europa. parole chiave: Europa ed europeo;
  2. immigrazione. Parole chiave: migrante, immigrato, straniero, immigrazione, migrazione, Mediterraneo.

Nella tabella è possibile osservare il numero complessivo dei token (tutte le parole e la punteggiatura) presenti nelle frasi in cui compaiono le parole chiave cercate e, nell’ultima colonna, il numero totale dei token per ognuno dei segretari.

Segretario Europa Immigrazione Totale
Veltroni 988 488 25861
Bersani 2320 857 33266
Renzi 2770 225 29372

L’Europa: i dati

Renzi è, dei tre segretari, quello che parla maggiormente di Europa, anche se bisogna tenere conto del fatto che, durante la sua segreteria, ci sono state le Elezioni Europee e l’Italia ha ospitato il Semestre Europeo. È possibile, invece, sostenere la scarsa frequentazione di questo tema da parte di Veltroni.

L’Italia in Europa: paragoni economici e non solo

Ma come parlano di Europa i tre segretari? Veltroni usa molte volte l’Unione Europea come parametro per sottolineare gli aspetti economici negativi dell’Italia: evasione fiscale, bassa crescita economica, debito pubblico doppio rispetto agli altri paesi, il basso prelievo fiscale sulla rendita.  Lo stesso fa Bersani in alcuni passaggi dei suoi discorsi, durante i quali mette in luce i costi della politica troppo alti, l’arretratezza economica e l’evasione fiscale. Totalmente diverso è l’approccio di Renzi, che anziché soffermarsi sugli aspetti negativi cerca di lavorare sulla “autostima” del paese. Per esempio, durante il suo primo discorso al Senato dice: “L’idea che il futuro dell’Italia non sia quello di essere il fanalino di coda dell’Europa, che il futuro dell’Italia non sia stare a lamentarsi e piangere dalla mattina alla sera”. È interessante, inoltre, notare come Bersani, nel guardare all’Italia in Europa, ne metta in luce non tanto le arretratezze economiche, quanto la scarsa attenzione ai diritti civili. Nel discorso di apertura della campagna elettorale del 2013 dice che, se si guarda all’Europa, l’Italia ha “lasciato inevaso un numero enorme di diritti”. Gli fa in un qualche modo eco Renzi quando, dopo la vittoria delle primarie afferma che “abbiamo la condizione di disoccupazione femminile più alta di Europa”.

Le sfide dell’Italia in Europa

Tutti e tre i segretari vogliono scommettere sull’importanza di un’Europa politica e non solo economica. I modi, però, sono completamente diversi. Bersani vede il Partito Democratico come uno strumentista dentro l’orchestra dei progressisti europei, mentre Renzi ha una visione più “nazionalista” dell’Italia in Europa: “è l’ora di iniziare noi a dire che cosa chiediamo allo Europa, a dare un’ anima, a darle un sogno, a darle dei valori”. Gli esempi di questa retorica sono tanti, ma è ancora più interessante sottolineare la ruvidità con cui sempre Renzi si rivolge alle istituzioni europee. Ecco un esempio tratto dal suo discorso dopo le primarie: “arriva un commissario europeo che si è alzato storto , che è in campagna elettorale , che ci deve dettare la linea”. Ancora, riferendosi probabilmente al Governo Monti: “È finita la stagione dei grandi tecnici che dicevano : « Ce lo chiede l’Europa »”. Lo stesso uso dell’espressione Stati Uniti d’Europa non sembra un’evocazione di un’Europa più federale quanto piuttosto uno strumento poetico: due volte questa viene usata per riferirsi ad Altiero Spinelli. Una terza volta, invece, viene utilizzata per riferirsi alle nuove generazioni: “Noi viviamo in un momento in cui la « generazione Erasmus » […] ha conosciuto il sogno degli Stati Uniti di Europa come concretezza” In altre parole, Renzi usa molto l’Europa nei suoi discorsi, ma sembra che lo faccia per suscitare orgoglio nazionale piuttosto che una proposta politica di carattere europeista.

Immigrazione: un tema che il PD non sembra riuscire ad affrontare

È sconsolante osservare quanto l’argomento immigrazione sia poco affrontato da parte dei tre segretari del PD. I dati della tabella all’inizio dell’articolo sono peraltro approssimati per eccesso, perché l’aggettivo “straniero” viene utilizzato soprattutto da Renzi e da Veltroni per parlare di investimenti economici. Dei tre, è Bersani quello che maggiormente affronta il tema dell’immigrazione in modo costruttivo, facendo delle proposte sulle seconde generazioni di migranti. In generale, però, sia lui che Veltroni sono intrappolati nel frame dell’immigrazione come un problema. Ecco per esempio Bersani che parla di un “inevitabile disagio che accompagna grandi migrazioni” o che spiega che c’è “chi può averee , a torto o ragione , paura” dei migranti. Ancora peggio fa Veltroni, che associa immigrazione a sicurezza, esortando a dire basta alla “vergogna di troppi delinquenti , non importa se italiani o stranieri, arrestati dalla polizia e poi scarcerati dopo pochi giorni”. Per quanto riguarda Renzi il bilancio è ancora più negativo: non affronta praticamente il tema, se non in due casi con il riferimento al Mediterraneo. E di questi due casi, uno è una nuova polemica contro l’Europa che non sostiene l’Italia. L’assenza di una proposta politica sull’immigrazione sembra quindi mancare all’interno della retorica del Partito Democratico e ciò è sicuramente un tema su cui riflettere.

 

Tabella dei discorsi analizzati

Veltroni Torino fondazione del PD 2007
Veltroni Spello campagna elettorale 2008
Veltroni Roma manifestazione contro il governo Berlusconi 2008
Bersani Roma candidatura a segretario del PD 2009
Bersani Torino discorso alla Festa dell’Unità 2010
Bersani Pesaro discorso alla Festa dell’Unità 2011
Bersani Roma apertura della campagna elettorale 2013
Renzi Firenze discorso dopo la vittoria delle primarie 2013
Renzi Roma discorso d’insediamento al Senato 2014
Renzi Bologna discorso alla Festa dell’Unità  2014
Renzi Firenze chiusura della campagna elettorale referendaria 2015