Interrogazione CIE

 

Nel 1952 a Trappeto in Sicilia morì di stenti un bambino e un uomo che aveva scelto di vivere e lottare accanto agli ultimi di Trappeto, decise di sdraiarsi proprio sul pagliericcio dove era morto quel bambino e di iniziare lo sciopero della fame per provocare l’intervento delle Istituzioni: si chiamava Danilo Dolci. Mi è tornato in mente Danilo Dolci quando ho saputo che il nostro collega parlamentare Khalid Chaouki aveva deciso di chiudersi dentro il CIE di Lampedusa. L’on. Chaouki ha dichiarato che non uscirà dal CIE fino a che non saranno trasferiti i profughi siriani ed eritrei, i sopravvissuti al naufragio di Ottobre, l’autore del video che ha testimoniato le condizioni inaccettabili nelle quali avveniva il trattamento sanitario. Il punto è che tra il gesto di Danilo Dolci e quello di Chaouci ci stanno più di sessant’anni! Oggi gesti del genere non dovrebbero più essere necessari. Ma se c’è chi ancora sente il bisogno di porli in essere è perché le soluzioni, pur tante volte annunciate, tardano ad arrivare. Nei CIE, nei Centri di prima accoglienza, nei CARA si concentra una quantità di sofferenza insopportabile, che offende chi in queste strutture è costretto e chi in quelle strutture deve lavorare. Una sofferenza tanto più odiosa perché figlia di scelte politiche, non di tragiche fatalità. Una sofferenza insomma di cui soprattutto noi parlamentari siamo responsabili. Una sofferenza della quale avvertiamo il peso. Ho formalizzato per questo una interrogazione urgente al Ministro Alfano per sapere come intenda provvedere su questi punti, in coerenza con quanto dallo stesso Ministro annunciato nel suo intervento in Aula di ieri mattina.

 

Di seguito il testo dell’interrogazione parlamentare:

Interrogazione urgente a riposta scritta

al Ministro dell’Interno

 

Per sapere;premesso che:

 

nel 1952 a Trappeto, in Sicilia, morìrono di stenti un bambino e poi un uomo che aveva scelto di vivere e lottare accanto agli ultimi di Trappeto, e che decise di sdraiarsi proprio sul pagliericcio dove era morto quel bambino e di iniziare lo sciopero della fame per provocare l’intervento delle Istituzioni: si chiamava Danilo Dolci;

 

il nostro collega parlamentare Khalid Chaouki ha deciso di entrare e poi chiudersi dentro il CIE di Lampedusa;

 

l’on. Chaouki ha dichiarato che non uscirà dal Cie di Lampedusa fino a quando non verrà ripristinata la legalità, e non saranno trasferiti i profughi siriani ed eritrei, i sopravvissuti al terribile naufragio dello scorso ottobre, e l’autore del video, girato di nascosto con un telefono cellulare, che ha testimoniato le condizioni inaccettabili nelle quali avveniva nello stesso Centro il trattamento sanitario contro la scabbia, mandato poi  in onda  dal Tg2;

 

tra il gesto di Danilo Dolci di ieri e quello di Chaouki di oggi sono passati più di sessant’anni:  gesti estremi di questo genere non dovrebbero più essere necessari, ma, se ancora c’è chi ancora sente il bisogno di porli in essere è perché le soluzioni, pur tante volte annunciate, tardano ad arrivare;

 

nei CIE, centri di identificazione ed espulsione, nei Centri di prima accoglienza (CDA) e nei  CARA, Centri di accoglienza richiedenti asilo, distribuiti su tutto il territorio nazionale, si concentra una quantità di sofferenza insopportabile, che offende chi in queste strutture è costretto a rimanere che chi in quelle strutture deve lavorare: si tratta di una sofferenza tanto più odiosa perché figlia di scelte politiche, non di tragiche fatalità, una sofferenza e un’ingiustizia contraria ai fondamenti del nostro Stato di diritto insomma di cui soprattutto noi parlamentari non possiamo non sentirci responsabili.

 

Quali iniziative il Ministro abbia intenzione di adottare al fine di ripristinare la legalità all’interno del Cie di lampeduisa e se non ritenga di dover intervenire con urgenza al fine di far trasferire tutti i profughi dal centro di prima accoglienza di Lampedusa e il giovane siriano autore del video.

 

 

On. Davide Mattiello

Screenshot 2013-12-22 23.13.08