Internet Right

“Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”.

Questo ipotetico (per ora?) articolo 21 bis della Costituzione proposto da Rodotà ci dà il peso della trasformazione che il web sta avendo sulle nostre vite. in circa due decenni navigare in rete da fenomeno di nicchia si sta trasformando in diritto fondamentale dell’individuo, rivoluzionando la nostra percezione del mondo. In particolare nel dicembre scorso è esploso l’affaire wikileaks, avvenimento che ci deve far interrogare sul rapporto tra potere e segretezza. I leaks diffusi circa un mese fa hanno reso trasparenti alcune immagini della politica internazionale aprendo forse una nuova epoca. Quali riflessioni fare senza essere reazionari? Guido Scorza sul suo blog problematizza in questo modo:

“Serve un nuovo approccio alla gestione dell’informazione, solo un radicale ripensamento del rapporto tra pubblico e segreto che lo ribalti, può garantire ai Governi stabilità ed immunità dinanzi ad episodi rispetto ai quali quelli che si stanno consumando in queste settimane, sembreranno, presto, solo copie sbiadite. I Governi e la diplomazia internazionale devono abituarsi a convivere con la trasparenza e rendere il segreto – che sin qui è stato la regola – un’eccezione a cui ricorrere con straordinaria parsimonia.”

questo è il comma 1 dell’articolo di legge sul segreto di stato (per chi volesse legger tutto qui c’è il link http://www.camera.it/parlam/leggi/07124l.htm):

“1. Sono coperti dal segreto di Stato gli atti, i documenti, le notizie, le attività e ogni altra cosa la cui diffusione sia idonea a recare danno all’integrità della Repubblica, anche in relazione ad accordi internazionali, alla difesa delle istituzioni poste dalla Costituzione a suo fondamento, all’indipendenza dello Stato rispetto agli altri Stati e alle relazioni con essi, alla preparazione e alla difesa militare dello Stato.”

Quello di wikileaks è rendere il re nudo attraverso lo svelamento (decriptaggio) dei suoi segreti rompendo il giocattolo del potere + ottuso e aprendo la risorsa informativa/bene comune. open source!

http://urbanexperience.ning.com/profiles/blogs/wikileaks-per-fare-del-web-uno

ecco a proposito una conversazione tra Carlo e guido x rainews24

http://salvaconnome.blog.rainews24.it/2009/01/15/internet-rights/

Azione:
ospitare su wikileaks.acmos.net e/o wikileaks.benvenutiinitalia.it un mirror (copia specchio) di wikileaks. Questo garantisce a wikileaks che nel caso di un futuro oscuramento o DDOS (Distributed Denial of Service) sia ancora raggiungibile attraverso i nostri server.

Approfondimenti:

http://www.guidoscorza.it/?p=2310

http://www.apogeonline.com/webzine/2011/01/13/wikileaks-fa-bene-o-male-allopen-government

http://www.guidoscorza.it/?p=2088

http://www.guidoscorza.it/?p=2314

http://www.gruppoabele.org/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1258

quindi alcune domande:

1) quanto conta il segreto di stato nella “società dell’informazione”?

2) è possibile regolamentare la diffusione di contenuti via web? se sì è auspicabile?

3) quali canali deve percorrere il giornalismo nel terzo millennio da un lato per emanciparsi dal cartaceo, dall’altro per raggiungere nuovi utenti (i mai troppo lodati nativi digitali)

4) L’open-source in politica può essere d’aiuto? E wikileaks aiuta o fa danni?