Iniziano le trasmissioni: TED #2

TED #2

SBARCO A TUNISI

In una sola ora di aereo da Roma scorgiamo le coste dell’Africa, una parola che ci evoca magie a cui non avevamo avuto il coraggio di pensare. Riaffiorano deteriorati ricordi di detestate traduzioni di latino sulle lotte tra Cartagine, il cui dominio occupò persino Palermo e Cagliari, e l’impero romano. Siamo vicini di casa da sempre. Atterriamo e di colpo ci rendiamo conto che ora gli stranieri siamo noi, ma in un paese estremamente accogliente, come il kebabbaro all’angolo che ha vissuto e lavorato per 40 anni a Porta Nuova; un paese che, nonostante fervano i preparativi per l’Election Day, si è preparato alla visita di oltre 500 osservatori internazionali tra cui la nostra, unica, rappresentanza italiana.

All’aeroporto e per le strade si trovano tante reti wireless aperte, come questa nel dehors di un bar. Ci raggiungono i tweet sull’uccisione di Gheddafi. Siamo curiosi di vedere come verrà recepita la notizia per le strade di Tunisi. Attraversiamo prima il vecchio quartiere borghese, vediamo il grattacielo sede dell’RCD, il partito di Ben Alì, un grande centro culturale di cui sono stati bloccati i lavori, la sede de Nessma TV, il centro culturale inglese nell’ex protettorato francese, tante palme per noi fuori stagione, l’ambasciata libica che innalza la bandiera rivoluzionaria, le auto libiche che hanno cambiato sulle targhe il nome del proprio paese (la Tunisia è meta di un turismo medico d’eccellenza per i paesi vicini), la zona coloniale che ricorda i paesini del sud Italia. Non a caso il nostro cicerone è un esuberante sociologo napoletano che abita qui da sette anni. Ci racconta di un happening della Commissione Elettorale della scorsa settimana quando venne ripristinato, in un’affolata zona del centro, un poster gigante con la fotografia di Ben Alì. In poco tempo una folla basita straccia con veemenza il cartellone e sotto ne appare un altro: “se non vuoi rivederlo, vai a votare!”

 

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