Il re dei pigroni

Stavo guardando assorto questa foto, l’immagine di Anders Behring Breivik. Ero assorto in riflessioni confuse, sparpagliate, quando mia figlia mi ha chiesto: “Chi è?”. Se avessi percepito che era alle mie spalle probabilmente avrei cambiato sito web, proprio per evitare questa domanda.
Chi è?
Le risposte tipo “E’ un babau” non hanno più senso da un pezzo, con mia figlia.
Chi è?
Perchè avrei dovuto voler evitare la domanda? Credo per stanchezza: il personaggio è piuttosto semplice, ma il tema è complesso e in famiglia ci piace dire pane al pane e vino al vino senza scorciatoie di comodo. Siamo soliti argomentare; non è sempre agevole e a volte la fatica si fa sentire, soprattutto a fine giornata.
Chi è?
“E’ un uomo pigro”, le ho risposto.
“Per questo lo hanno fotografato?”.
“No. Ha ucciso tante persone”.
“Ah. Perchè?”.
“Perchè non la pensavano come lui”.
“Non erano pigri come lui?”.
“In effetti no, ma è complesso”.
“Ah ok, vado allora”.
“No, aspetta”.
Così ho cercato di spiegarle quello che penso in merito, senza scendere in dettagli del resto trascurabili; a volte semplificare senza banalizzare è un esercizio utile e forse addirittura igienico per il cervello.
Ci sono tante idee quanti sono gli uomini su questo pianeta: pareri, gusti, progetti. Miliardi, perchè ogni donna ed ogni uomo pensa con la sua testa. Molte idee a volte si raggruppano, andando a costituire dei gruppi di pensieri formidabili, e in questo caso va bene. Altre volte le idee si raggrumano, rimangono come in una palude e iniziano a diventare stantìe, ferme. Iniziano a puzzare e muoiono.
Cito, modificandolo un poco, un pensiero che condivido in toto e che presto si potrà trovare in un libro al cui progetto sto (marginalmente) partecipando:

 
Alcune idee spingono a lavorare per allargare il perimetro dei diritti e dei doveri includendovi quante più persone possibili. Meglio se tutte, almeno per le cose essenziali.

Altre idee invece spingono a pensare che se sei stato fortunato e sei nato dalla parte giusta della storia, dovrai passare la vita a difendere i tuoi privilegi, tenendo a bada chiunque cerchi di salire a bordo

Ora, la pigrizia di cui parlavo è proprio incardinata nel secondo tipo di pensiero: perchè è più facile.
Per escludere basta chiudere una porta e la storia finisce lì; per includere ci va lavoro, pazienza, tenacia e la presa di coscienza che potrebbe non funzionare con tutti. O non funzionare affatto.
E’ qui la pigrizia a cui alludevo parlando di Breivik: una pigrizia mentale che lo ha messo in condizione di attivarsi, di darsi uno scopo e di escludere dalla vita chi stava lavorando in un campus dove si parlava di inclusione e progressismo.
Un ossimoro ideale ed ideologico: ha progettato e portato a termine una strage in nome di un’idea pigra e indolente: è più facile ammazzare qualcuno che ascoltarlo. O parlargli della mia idea. O correre il rischio di essere contaminato dal suo pensiero e dalle sue idee.

Deve essere per questo che ho sempre trovato la leggenda del nodo gordiano, sciolto da Alessandro Magno con un colpo di spada, tipica del pensiero pigro. E’ troppo complicato da sciogliere? Tagliamolo e basta.
Eh no. No che non basta.
Non so se sono riuscito a condensare e a rendere digeribile tutto questo per una quasi undicenne che giustamente ascolta musica teen, guarda la tv e chatta con le amiche (oltre a studiare e a rendere le mie giornate più soleggiate, naturalmente).
Ma mi ha chiesto perchè, e io non ho voluto risponderle “Li ha ammazzati tutti a sangue freddo perchè è uno stronzo fascista che ha approfittato della mitezza della sua terra per portarvi morte e distruzione”. Non è una risposta adeguata.
E quando studierà alcuni periodi storici e forse chiederà qualche delucidazione, non potrò risponderle “Ha fatto sterminare sei milioni (6.000.000) di esseri umani perchè era pazzo e ce l’aveva con gli ebrei”. Non potrò dirle che la ghigliottina era semplicemente propedeutica o comunque funzionale alla rivoluzione del popolo perchè i nobili avevano esagerato. Nè che i pellerossa fossero selvaggi scotennatori che si opponevano all’ineluttabilità del progresso.
Sarebbero risposte pigre che non spiegherebbero e anzi forse contribuirebbero ad alimentare i disastri che ha provocato in certi casi il poltrire del pensiero.