Sofferenza sociale, minacce ambientali, crisi economiche ricorrenti…
La necessità di profondi cambiamenti del «modello di sviluppo» è ormai consapevolezza diffusa, ma in quale direzione?
La risposta ortodossa è da decenni la stessa: più lavoro. I sindacati lo invocano per aumentare l’occupazione, le imprese lo impongono allungando
e intensificando le prestazioni dei dipendenti. Però il lavoro è sempre di meno: la riduzione dell’orario «medio» è già in atto da decenni in tutti i paesi avanzati, tuttavia si traduce in una crescente polarizzazione tra sottoccupati e sovraoccupati, con effetti drammatici per entrambi.
Se dunque l’uovo di Colombo sotto gli occhi di tutti consistesse nella risposta opposta: meno lavoro? Meglio: nella distribuzione equa di un lavoro in diminuzione, ma più efficiente, dignitoso e utile alla collettività.
Il testo esplora questa possibilità, alla ricerca di una possibile quadratura del cerchio tra punti di vista solo in apparenza inconciliabili: un sindacato capace di rinnovarsi, movimenti sociali che coniugano idealismo e pragmatismo, attori economici innovativi e responsabili.
Chiamando la politica al suo ruolo dimenticato di indirizzo dell’economia.
Marco Craviolatti, attivista sociale e sindacale, è presidente dell’Associazione Etica & Lavoro Pasquale Tavano.