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Soldi pubblici spesi per interessi privati. E’ questo l’ultimo scandalo che coinvolge la Regione Piemonte. Quattro consiglieri, tutti appartenenti ai gruppi composti da un solo rappresentante, sono sono stati raggiunti da un avviso di garanzia, alcuni giorni fa. Per tutti l’accusa è di peculato per aver chiesto rimborsi spese per attività non collegate all’attività istituzionale dei consiglieri.

Due rappresentanti della maggioranza e due dell’opposizione sono finiti sotto la lente degli inquirenti, con posizioni diverse, considerando l’ammontare delle spese. Conquistano le prime pagine dei giornali nomi noti della maggioranza Cota come Maurizio Lupi, dei Verdi Verdi e Michele Giovine, del Partito dei Pensionati. Il primo, esponente solitario del gruppo degli ambientalisti di destra, famoso per le sue apparizioni al fianco di starlette della “scuderia” Lele Mora e per aver piazzato la famiglia al suo fianco in Regione, ha avuto una gestione allegra dei fondi del gruppo. La concezione comune che la politica sia tutta un “magna magna” trova riscontro nei 30mila euro richiesti da Lupi per colazioni, pranzi e cene. A questa cifra si aggiungono scontrini per tosaerba, videogiochi, viaggi in treno per un totale di 71mila euro.

Recordman indiscusso dei rimborsi per l’attività consiliare è Michele Giovine. Unico rappresentante del Partito dei Pensionati, condannato in secondo grado per irregolarità delle firme per presentare la lista, ha richiesto, in un solo biennio, 121mila euro. Nella cifra rientrano spese per benzina, cene, night, sigarette, biglietti per andare allo stadio. Un nuovo scivolone per il giovane rappresentante dei pensionati, famoso alle cronache giudiziarie per la sua difficoltà di raccogliere regolarmente le firme di lista.

Passiamo ora al centrosinistra. Andrea Stara, unico rappresentante della Lista Insieme per Bresso, ha trovato il modo do finanziare l’attività elettorale di Piero Fassino e di Stefano Lo Russo, capogruppo Pd in Comune, guadagnandosi così anche anche un avviso di garanzia per finanziamento illecito ai partiti. A queste spese si aggiungono caffè e anche una seduta in bagno turco.

Diversa la posizione di Eleonora Artesio. Rappresentante della Federazione della Sinistra si distingue per l’ammontare delle spese sostenute, ma anche per la tipologia delle stesse: poco più di 12 mila euro per viaggi e ricariche telefoniche.

Uno scandalo, l’ultimo in ordine di tempo, che si somma alle altre vicende giudiziarie che coinvolgono il gruppo di Governo Cota.

Non possiamo dimenticare certo Caterina Ferrero, assessore alla Sanità dimissionaria per essere stata messa sotto inchiesta, affronterà da febbraio il processo che la vede imputata per turbativa d’asta. Una vicenda legata alle forniture sanitarie di pannoloni, a favori e mazzette per sponsorizzare aziende amiche.

Dopo la cattiva gestione della Sanità, la giunta Piemontese inciampa sulla riscossione dei bolli auto. William Casoni, assessore al Commercio, è stato iscritto nel registro degli indagati perché intercettato mentre prometteva ai vertici della GEC – arrestati successivamente con le accuse di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta – di intervenire nell’assegnazione delle concessioni per la riscossione delle tasse automobilistiche.

Ora facciamo un breve calcolo per dipingere il gruppo che sta governando il Piemonte. La maggioranza regionale è retta da elementi come Giovine, condannato in appello a 2 anni e 8 mesi, che può vantare inoltre un’accusa di peculato, come il collega di maggioranza Lupi, mentre Cota può annoverare tra le persone scelte per governare il Piemonte un ex assessore, Caterina Ferrero, rinviata a giudizio per turbativa d’asta e Casoni, assessore ancora in carica, iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Torino.

Tutti innocenti, fino a prova contraria, naturalmente. Solo la Giustizia potrà verificare le loro responsabilità. Ma la maggioranza del Presidente Cota dovrebbe valutare l’opportunità di governarci e rappresentarci con simili pendenze sulle spalle.

La responsabilità istituzionale dovrebbe indicare una sola via: nuove elezioni, per il bene della nostra Regione.