CONTRASTO ALL’ECONOMIA CRIMINALE: PRECONDIZIONE PER LA CRESCITA ECONOMICA. L’INTERVENTO DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA IGNAZIO VISCO AL CONVEGNO DEL 07/11/2014
L’intervento di Visco al convegno tenutosi il 7 novembre, ha lo scopo, da un lato, di evidenziare quale sia l’impatto della criminalità organizzata sulla crescita economica, e dall’altro di identificare le politiche in grado di contrastare l’economia criminale al fine di favorire l’attività imprenditoriale lecita.
La crescita economica è definita come la combinazione di più fattori: disponibilità di capitale finanziario e umano; sviluppo tecnologico; organizzazione produttiva. È l’interazione tra questi fattori, ispirata a principi di efficienza, equità e legalità, ad essere la base per un sistema istituzionale in grado di favorire innovazione e imprenditorialità.
Il rispetto della legalità, quindi, svolge a questo scopo un ruolo fondamentale.
Innanzitutto, Visco procede ad una analisi dell’impatto sulle possibilità di crescita e di occupazione, della criminalità organizzata, corruzione ed evasione fiscale.
In proposito, osserva che i numerosi indicatori di sintesi di tipo oggettivo che valutano l’impatto dell’economia criminale sul PIL nazionale e delle diverse regioni, non sembrano fornire un riscontro preciso e attendibile sulla diffusione del fenomeno, quindi è preferibile ricorrere a indicatori qualitativi invece che quantitativi.
Tra questi, rientrano gli indici basati sulla percezione di diffusione della criminalità organizzata dai quali si evince che il nostro paese si colloca al 4° posto in Europa ed è il terzo paese più corrotto.
In ogni caso, si evidenziano le debolezze degli strumenti di misurazione dell’estensione delle attività criminali e del loro impatto sull’economia del paese che impediscono di aggredirle in maniera efficace. Da qui la necessità di raccolta e condivisione delle informazioni ed un coordinamento tra le diverse autorità.
La presenza della criminalità organizzata influisce negativamente:
– sull’allocazione delle risorse pubbliche;
– sul costo del credito per le imprese, inducendo le banche a chiedere maggiori garanzie;
– sul mercato assicurativo;
– sugli investimenti in generale e in particolare su quelli diretti dall’estero;
– sull’investimento in capitale umano;
– sulla qualità degli amministratori pubblici locali.
Dati i costi elevati che la criminalità impone alla società, sono necessarie risposte pronte ed efficaci per ristabilire il rispetto della legalità, prevedendo:
– un’amministrazione pubblica trasparente;
– l’applicazione incisiva ed adeguata delle leggi;
– l’investimento in istruzione come strumento indispensabile per diminuire la delinquenza giovanile, l’attrazione degli ambienti mafiosi e creare una classe di amministratori più qualificata;
– strumenti normativi più adeguati alla prevenzione e al contrasto della criminalità per dare maggiori poteri alle forze dell’ordine ed alla magistratura penale.
Di particolare importanza è l’attività di collaborazione con l’Autorità giudiziaria, della Banca d’Italia e della Unità di informazione finanziaria (istituita presso la Banca d’Italia stessa ed incaricata di ricevere e approfondire segnalazioni di operazioni sospette e altre informazioni inerenti il riciclaggio, i connessi reati presupposto e il finanziamento del terrorismo, nonché di trasmettere i risultati di tali approfondimenti agli organi competenti per le successive investigazioni).
La Banca d’Italia, nei soli primi 9 mesi del 2014 ha inoltrato oltre 108 segnalazioni all’autorità giudiziaria. Nonostante il potenziamento degli strumenti di prevenzione e contrasto avvenuto negli ultimi anni, la Banca d’Italia segnalava già da tempo la necessità di ampliare gli strumenti normativi volti ad assicurare il perseguimento di reati come la corruzione e l’evasione fiscale, segnalando l’urgenza di approvare il reato di auto-riciclaggio che consentirebbe di perseguire i colpevoli dei reati di evasione fiscale, truffa e corruzione i quali ostacolano l’individuazione della provenienza delittuosa del denaro. Inoltre, sommando alla pena per i reati presupposti quella per il riciclaggio dei loro proventi, si interverrebbe anche sui termini di prescrizione.
La necessità di introdurre il reato di auto-riciclaggio nel nostro ordinamento era stata già sollevata anche nel 2005 dal Fondo monetario internazionale. È quindi accolta con favore dalla Banca d’Italia, l’approvazione alla Camera del DDL 1642 [Ddl Autoriciclaggio] Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all’estero nonché per il potenziamento della lotta all’evasione fiscale. Disposizioni in materia di autoriciclaggio che introduce il reato di auto-riciclaggio sanzionando la condotta di chi, avendo commesso il delitto, impiega i proventi al fine di ostacolare l’identificazione del reato presupposto. La norma prevede la non punibilità della mera utilizzazione e godimento personale. Nonostante le diverse critiche sollevate ad alcuni aspetti di tale norma, Visco augura una celere approvazione del DDL anche in Senato “come primo e importante passo dopo anni di discussione”.
Marisa Aprile e Marta Cupelli