3 [+1] interviste.

PD 4

 

 

 

Le Segreterie e i Circoli si sono rinnovati: secondo voi qualcosa sta cambiando all’interno del Partito Democratico?

 

Diego Sarno – Molte nuove forze sono state elette ma non basta. Le cose possono cambiare se queste persone diverranno dirigenti di questo partito, altrimenti sarà stato tutto riconducibile ad un bella testimonianza. Un esempio? La candidatura al circolo di Nichelino di Gianluca Crimaldi giovane di 26 anni che ho sostenuto, insieme a molti altri giovani e ad alcuni adulti, che in mezzo agli “storici” del partito (3 buoni candidati di età superiore ai 60 anni che arrivano dal PCI) hanno ottenuto 3 delegati alla direzione cittadina. 

 

Riccardo Brezza – Penso che il congresso sia un momento in cui un partito fa un bilancio del lavoro svolto e guarda al futuro. Quindi di sicuro il PD si avvia ad una nuova fase. Non sempre però le nuove classi dirigenti sono migliori delle precedenti, e non basta unicamente cambiare le persone per modificare le prospettive. Il Partito Democratico cambierà davvero solo se coglierà nuovamente la sua sfida originaria. Essere il più grande partito riformista del paese, rappresentando una sinistra moderna e larga in grado di vincere e fare le riforme necessarie. So che in molti circoli e congressi provinciali si sono affermati giovani segretari, questo è un buon punto di partenza. Ma se non cambiano i rapporti di forza, i sistemi di potere locali, le modalità di vivere e concepire il partito, allora il PD non cambierà davvero nella sostanza.

 

Francesco Daniele – Il bello del PD è proprio la possibilità di potersi davvero impegnare per cambiarlo dall’interno. I momenti congressuali come la sua struttura non verticistica o personalistica offrono questa possibilità unica nel panorama politico italiano. I cambiamenti sono lenti ma già in questo congresso possiamo vedere un aumento vertiginoso di giovani eletti in assemblea provinciale come nelle figure apicali. Lo stesso congresso nazionale vede confrontarsi una generazione successiva rispetto a quella che fino ad oggi ha governato il centrosinistra italiano. La speranza oggi è che il rinnovamento non sia solo generazionale ma anche di modalità partecipative e di azione politica.

 

Diego e Francesco, siete entrati a far parte della Segreteria Provinciale del Partito Democratico: quali politiche intendete portare avanti in questo nuovo ruolo?

 

Diego Sarno – Sono entrato nell’assemblea provinciale del pd, luogo nel quale si voterà la direzione. L’assemblea resta un organo che viene periodicamente convocato per le diacussioni di piú ampio respiro ed é deliberante. Qui intendo potare un possibile cambiamento rispetto all’efficacia degli organi di partito finora poco considerati a discapito dei caminetti o dei capi corrente. Gli organi ci sono e dobbiamo farli lavorare. Altro tema sarà la centralità dei tesserati che non devono essere contati ma devono contare. In ultimo ma non per importanza proverò a far comprendere che i temi dell’etica politica e della legalità sono prioritari, centrali. Sono quelli che dovranno differenziarci dalle altre forze politiche. So che sarà difficile ma è in questi casi che un Dirigente politico si dimostra tale. I percorsi politici hanno bisogno di anni per essere portati a compimento. Io da 5 anni  mi impegno in politica e me ne do ancora altrettanti per verificarlo.

 

Francesco Daniele –  In assemblea sarà importante fare rete con altri giovani eletti e con tutti quelli che si dimostreranno disponibili a fare da pungolo costante per la segreteria anche con ordini del giorno mirati su temi e candidature. Inoltre cercherò, insieme ad altri, di portare il punto di vista di un amministratore sui temi oggetto di discussione anche fornendo nuovi temi su cui confrontarsi rispetto a nuove priorità che incontro nella mia attività quotidiana in circoscrizione e a livello comunale.

 

Diego e Francesco, siete due giovani amministratori che conciliano l’impegno politico (vedi Occupy PD) con gli impegni amministrativi: che cosa consigliate a chi intende intraprendere il vostro percorso?

 

Diego Sarno – Scommettere ora e non domani su un impegno in politica e nei partiti perché il cambiamento arriverà solo se queste opzioni diverranno maggioranza indipendente all’interno dei luoghi decisionali. E’ ora di non stare fuori a (cercare) di “condizionare” le decisioni ma di entrare direttamente mettendoci la faccia per cambiare verso a questo paese. Io l’ho fatto nel 2009 e non me ne pento, ma abbiamo bisogno di più donne e di più uomini per portare avanti dall’interno queste istanze!

 

Francesco Daniele – Gli impegni con la giovanile di cui sono vicesegretario provinciale, col mio circolo e più in generale gli impegni politici sono quasi totalizzanti se sommati a quelli amministrativi nella gestione della commissione sport e politiche giovanili e consiliare in circoscrizione. Se non lo fai con passione e con la voglia quotidiana di dare il proprio contributo per migliorare la realtà in cui si vive diventa molto difficile. Le rinunce sono tante anche e soprattutto nella vita privata o nell’accettare di arrivare un po’ in ritardo a qualche traguardo universitario ma quando si vedono i risultati concreti del proprio lavoro la soddisfazione ripaga i sacrifici.

 

Riccardo, sei il nuovo Segretario Cittadino del PD di Verbania: che grado di discontinuità vuoi dare al PD nel tuo territorio e quali sono i tuoi propositi in ambito locale?

 

Rispondo citando l’introduzione del documento che ho presentato a sostegno della mia candidatura:

“Il Partito Democratico che vorrei, e che spero di realizzare con voi, deve essere “molto forte, e incredibilmente vicino”. Il PD che questa città si aspetta e di cui ha un disperato bisogno, è un partito forte, perché sa vincere e lo fa con grande capacità di coinvolgere ed è un partito vicino ai problemi, alle criticità, agli slanci personali, alle idee geniali dei nostri cittadini, alla voglia di cambiare radicalmente questa città che troviamo negli occhi dei ventenni verbanesi. Io credo che questa sia un sfida alta, sta a noi decidere se coglierla o meno. Se lasciare che tutto ci passi affianco, lasciando la nostra città al suo lento ma inesorabile declino, oppure se salire sulla macchina e cominciare a guidare, la nostra Verbania , con serietà e credibilità, fuori dal fango nella quale è bloccata.”

Il Pd di Verbania dovrà lavorare nei prossimi mesi su tre livelli.

1)    Organizzazione interna

2)    Primarie

3)    Elezioni amministrative.

 

L’8 dicembre si vota per la segreteria nazionale del PD: che mozione appoggiate e perchè?

 

Riccardo Brezza – L’8 dicembre voterò per Giuseppe Civati segretario. L’unico tra i candidati che mette in campo un proposta seria e complessiva di visione del paese, e gestione del partito. Sono alcuni anni che lo seguo, mi convince. Ha un’idea di partito moderna e una visione politica che guarda a sinistra senza essere fuori dalla storia. Quello di cui ha bisogno questo PD, uscire dai personalismi e puntare sul collettivo, riscoprirsi un “partito delle possibilità”, quelle mancate e quelle perdute. Con Civati segretario portiamo il nostro elettorato “dalla delusione alla speranza”, fuori dalla larghe intese, che uccidono il paese e il PD.

 

Diego Sarno – Sostengo la mozione Renzi perché da 3 anni  seguo questo percorso. Le parole di Renzi sono le uniche capaci di attivare il cambiamento e spero che una volta diventato Segretario del Pd e poi Presidente del Consiglio (perché questo andremo a votare l’8: il segretario e il nostro futuro candidato premier alla prossime elezioni nazionali) abbia la forza e la coerenza di concretizzarle e realizzarle.

 

Francesco Daniele – L’8 dicembre voterò Matteo Renzi come ho fatto alle scorse primarie. Sono convinto che al PD serva una scossa forte e un’organizzazione più concreta. Nel “discorso della sconfitta” Renzi ammise di aver costruito un castello senza fondamenta; oggi sta costruendo quelle fondamenta solide per portare il progetto di cambiamento di metodi e prospettive del centrosinistra italiano a diventare realtà.

Non votai Bersani sebbene lo stimassi come uomo e come politico perché vedevo dietro di lui una classe dirigente logora e dedita all’autoconservazione che aveva già fallito tutte le prove che la storia le aveva messo davanti negli ultimi 20 anni. A differenza di Bersani, se Renzi dovesse vincere le primarie, non dovrà dire grazie a chi di quella classe dirigente oggi spinge il suo carro. Sono contento che il fronte che sostiene il sindaco fiorentino si sia allargato; dal 9 dicembre spero che tutti nel partito facciano come io e tanti altri abbiamo fatto dopo le scorse primarie: uniti con chi ha vinto senza fare come invece hanno fatto i vecchi leader del centrosinistra. Dal giorno dopo è importante, cercando i dovuti compromessi propri della politica, lasciare attuare il progetto di partito esposto nelle tesi congressuali senza cercare di azzoppare e fare la guerra a chi ha vinto come fu per Veltroni da segretario e Prodi da premier.

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NOTA PERSONALE

In coda a tutto ciò,  approfitto per annunciare la mia intenzione di iscrivermi al Partito Democratico (Circolo di Chivasso), convinto del fatto che puntare sempre il dito senza metterci tutta la mano alla lunga logora, ed è meglio, se si vuole partecipare e se si pensa di poter dare un contributo alla vita politica di questo Paese, metterci la faccia e magari anche un po’ di testa (Se avrò avuto torto e perso questa scommessa, potrebbero venire coinvolte altre parti anatomiche che al momento preferirei non mettere in elenco).

E’ la mia opinione ed è quello che mi ha spinto a maturare questa decisione.

Ho scelto di tesserarmi a congressi terminati, per non dare ulteriore adito alle polemiche che in questi giorni hanno visto il tesseramento al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica.

Sostengo convintamente la mozione Civati, ed altrettanto convintamente sono lieto di poter lavorare all’interno della Fondazione insieme a Diego, a Francesco e a Riccardo che considero amici e con i quali il confronto è sempre stato vivo, sincero e proficuo.

La mia speranza è quella di  contribuire al dibattito interno del PD portando l’esperienza di questa Fondazione che ha sempre fatto del pluralismo (politico, religioso, culturale) la bandiera che mi onoro di portare insieme a tutti i miei compagni di questo viaggio. 

Pierluigi Ubezio