READY

“Siamo ciò che mangiamo” è un mantra che si sente spesso ripetere quando si parla di cibo. Non si tratta solo di una questione fisica, ma anche culturale: ciò che scegliamo di mettere in tavola dice molto a proposito di chi siamo e di ciò in cui crediamo. Per questa ragione, una delle principali attività di ricerca della Fondazione Benvenuti in Italia è stata lo studio delle abitudini alimentari dei bambini delle scuole primarie per provare a comprendere se si possa produrre un menu multireligioso, includente e rispettoso delle diverse tradizioni culturali.

Accanto a questa ricerca, la nostra Fondazione ha portato avanti dei percorsi di insegnamento della storia delle religioni nelle scuole, provando a sperimentare metodologie alternative rispetto alla tradizionale ora di religione nelle scuole. Quest’attività è basilare per iniziare a lavorare sull’inclusione sociale di chi ha una cultura, o crede in una religione, diversa dalla propria.

Per questa ragione segnaliamo con interesse l’inizio di un progetto sul tema dell’insegnamento delle religioni in Europa, avviatosi nel mese di settembre 2015 all’interno della piattaforma europea “Erasmus +”. Il progetto è intitolato “READY – Religious Education and Diversity. Sharing experiences of and approaches to teacher education in the context of ‘Education and Training 2020’”. L’acronimo fa riferimento al tema dell’adeguata preparazione degli insegnanti di religione nell’ottica di un comune futuro europeo, in particolare per quanto concerne le forme della diversità culturale e religiosa e le sfide che pongono tanto alle agenzie formative quanto alle agenzie di inclusione socio-culturale.

 

Il progetto prevede il coinvolgimento di diversi Stati europei: Austria, Inghilterra, Italia, Germania, Scozia e Svezia. Per l’Italia, l’Università partner del progetto è l’Università degli Studi di Torino, e coordinatrice della ricerca torinese è Mariachiara Giorda, responsabile del nostro Comitato Scientifico.

Lo svolgimento del progetto avverrà in parte attraverso la rete, con l’utilizzo della piattaforma europea eTwinning, in parte attraverso una serie di incontri internazionali di varia natura (progettuale e congressuale) che permetteranno una comparazione dei modelli di insegnamento tra i vari Paesi coinvolti. Oltre a ciò, è da segnalare la messa in campo di competenze differenti, dalla storia alla sociologia, passando attraverso la filosofia e l’antropologia: il percorso dell’insegnamento delle religioni non è, in molti casi, normato, all’interno delle università europee, in un unico Dipartimento, ma spesso coinvolge diverse Facoltà.

Tutti questi elementi stimolanti sono il punto di approdo di una lunga ricerca della nostra Fondazione, e il punto di partenza per qualcosa di nuovo che, a livello europeo, porterà sicuramente risultati innovativi e interessanti anche per le public policies.

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